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Rocco Casalino è tornato. Dopo un periodo passato sottotraccia, l'ex portavoce del Giuseppe Conte presidente del Consiglio, oggi responsabile della comunicazione del M5S, torna a parlare di sé e del Movimento. Nel frattempo ha pubblicato un libro, "Il portavoce", che dovrebbe diventare un film, anche se il progetto al momento sembra aver subito uno stop. Ma se negli ultimi tempi Casalino sembrava aver optato per le retrovie, tanto da aver rinunciato a candidarsi, ora annuncia che alla prossima tornata elettorale lo farà. "La prossima volta mi candido, se mi sarà offerta l’opportunità", dice intervistato da Francesca Fagnani, registrando la puntata di ‘Belve’ in onda stasera su Rai 2. Poi, la seconda rivelazione della serata: "ho fatto sesso con centinaia di donne". Ma lui è così, con una buona dose di autoironia e una nuova maturità, riesce a passare dal racconto politico e professionale a quello più intimo, dosando leggerezza e profondità.
Partiamo dal politico. "Io penso al bene di Conte e del Movimento - dice Casalino motivando la precedente decisione di non candidarsi - Era una campagna importante e Conte era la persona giusta per far ripartire il Movimento, non volevo che ci fosse nessuna macchia. Ho fatto questa scelta per non danneggiare Conte e il Movimento e il giorno dopo mi sono pentito. E mi sono detto che potevo anche affrontare la cosa, 12 anni nel Movimento è un’esperienza che sarebbe stata utile in una fase nuova e in Parlamento. Di questa cosa ne ho discusso con Conte che riteneva che le mie capacità nella comunicazione fossero importanti e mi ha detto: 'scegli tu, è chiaro però che c’è bisogno di te nella comunicazione'. Io comunque mi ero convinto che lo avrei danneggiato e non me la sono sentita. La prossima volta però mi candido, se mi sarà offerta l’opportunità".
Insomma, la sua vita continuerà nel Movimento, dove "non ho mai avuto protezioni, nel Movimento sono partito dal basso, come addetto stampa a titolo gratuito", dice, ed è così che "Casaleggio mi ha notato. Era straordinario e non aveva pregiudizi, per questo dovrò ringraziarlo sempre. E' una delle pochissime persone che mi ha fatto sentire accettato per le mie qualità professionali e per il mio talento nella comunicazione, e per questo lo dovrò ringraziare per tutta la vita".
Poi Conte. "Quanto mi deve Conte? Parte della mia vanità direbbe che ci sono io dietro ma non è così. La mia capacità è valorizzare le caratteristiche di una persona. Sicuramente, nella prima fase l’ho aiutato in una comunicazione più semplice, a far trasparire il lato umano, ma il merito è tutto suo. Ci dobbiamo entrambi qualcosa, io ho imparato moltissimo da lui, sono cresciuto molto con lui e sono cambiato e credo che qualcosa lui ha preso da me. Ci siamo stati utili entrambi".
Ma quello di Casalino, più che racconto politico è un racconto personale, intimo, a tratti difficile, sicuramente commovente, ricordando un padre violento e una madre vittima di questa violenza. “Il messaggio che vorrei dare a tutti i padri violenti è che prima o poi pagheranno un prezzo, che è l’odio da parte dei figli. Io non ho dimenticato nulla, di quei momenti ricordo gli odori in casa, la mia paura, il dolore che provava mia madre. Ricordo tutto ed è una cosa che non si riesce a perdonare, almeno nel mio caso, al proprio padre". Un padre, ricorda, "maschio del sud, molto virile, dominante. A proposito di assomigliare, non gli assomigliavo ecco, non ero il figlio che somiglia al papà, e questa cosa per lui era un problema. Anche per questa situazione la consapevolezza per me è arrivata molto tardi, ho fatto molta fatica ad accettarmi" e infatti "fino a 35 anni ho avuto una gazza con cui facevo regolarmente sesso e a un certo punto mi ero convinto che la mia fosse una sorta di bisessualità e che potevo reggere una vita da eterosessuale. Anche perché - dice Casalino - avevo desiderio di una vita famigliare, dei figli. Ho insistito con tutte le mie forze ad essere etero". E qui la rivelazione che non ti aspetta: "ho fatto sesso con centinaia di donne. Sembra strano? Anche a me".
Una vita che può sembrare un film? E infatti il progetto c'era. "Era partito tutto molto bene, mi voleva un regista e una casa di produzione molto importanti, c'era tutta la squadra pronta. Poi ho detto quella sciocchezza, che mi sarebbe piaciuto Sorrentino come regista, e si sono offesi tutti, non mi hanno più rivolto la parola. Ma io scherzo, ho anche detto che vorrei andare io agli Oscar a ritirare il premio per il film".