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La difesa di Silvio Berlusconi sostiene che "i pagamenti siano stati fatti per una sorta di perdita di chance" per le ragazze, dovuta allo scandalo Ruby "che fermò le loro carriere", ma dimentica che quelle giovani "non lavoravano neanche prima dello scandalo, non avrebbero lavorato e non lavorano adesso: sono state pagate perché non hanno detto la verità".
Non regge, dunque, secondo la Procura, la tesi difensiva sui risarcimenti e sulla "generosità" del Cavaliere. Lo ha detto il pm di Milano Luca Gaglio nella requisitoria del processo milanese sul caso Ruby ter in cui ha ripercorso punto per punto gli atti dell'indagine.
Il 25 maggio la requisitoria proseguirà ancora e si arriverà alle richieste di condanna. Poi spazio alle difese nelle successive udienze, mentre la sentenza non arriverà prima di settembre.