“Apprendiamo, in queste ore attraverso i media, della decisione dell’Aifa, in relazione alla terza dose del vaccino, di approvare l’inizio delle nuove somministrazioni, a partire dai primi mesi del 2022. Mentre da una parte appare netta, la posizione dell’Associazione Italiana del Farmaco, rispetto agli ottantenni e agli immuno-depressi, ci troviamo di fronte a una situazione, quella relativa agli operatori sanitari, che merita decisamente maggiore chiarezza”. A dirlo Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

“In tal senso – continua - non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per quanto sta accadendo, trovandoci nel bel mezzo di posizioni a nostro parere troppo generiche ed astratte. Occorrono invece regole precise rispetto alla terza dose, che oggi ahimè non ci sono ancora. È necessario che il Ministero della Salute delinei i casi specifici in cui è prevista la nuova somministrazione. È impensabile che l’Aifa, di concerto con il Ministero della Salute, parrebbe abbia deciso di affidare alla discrezionalità di un valutatore che sinceramente non abbiamo ancora compreso chi dovrà essere, la decisione sulla terza dose, caso per caso”.

“Quando, invece di leggere di regole precise e dettagliati valide per tutti gli operatori sanitari, leggiamo invece di una valutazione che dovrà essere fatta solo "caso per caso", legata al rischio individuale (livello anticorpale, malattie pregresse) di ogni operatore sanitario di infettarsi di nuovo, ci troviamo di fronte a un pericoloso quadro astratto, di complessa interpretazione, e i cui tratti finali sembra che siano stati affidati alla matita di un artista ancora anonimo. Insomma, chi sarà chiamato ad assumersi la responsabilità di dare concreta applicazione a tutte queste enunciazioni tremendamente generiche ed astratte? Si lascerà tutto alla valutazione del medico di famiglia, senza regole precise di fondo per tutti?”.

“Nel caso degli operatori sanitari, solo un percorso fatto di screening continuativi, potrà metterli nelle condizioni di conoscere l’evolversi delle loro condizioni, e fare in modo che tanti di loro, forti della personale ed elevata professionalità, vengano messi nella condizione di offrire ogni giorno il meglio della loro competenza, esperienza e  qualità umane. Occorre difenderli, tutelarli, monitorare quotidianamente le loro condizioni, evitare di lasciarli sul luogo di lavoro quando corrono il rischio di contagiarsi e diventare a loro volta, involontariamente, per colleghi e soggetti fragili, veicolo di contagio”.