L'ultima è stata una giovane guardia medica a Udine, ma i giorni delle festività hanno visto diversi casi di aggressioni al personale del 118 e nei pronto soccorso, per un totale di circa 2.500 casi l'anno, soprattutto donne, secondo un recente rapporto dell'INAIL, anche se per gli addetti ai lavori il dato sarebbe sottostimato.

LE DICHIARAZIONI DI SCHILLACI - "Episodi di aggressione fisica e verbale a medici e infermieri, come quelli che si ripetono con sconcertante frequenza, non sono più ammissibili. Al personale sanitario va tutta la mia solidarietà e vicinanza; il Ministero della Salute metterà in atto tutte le iniziative necessarie a tutelare la loro incolumità", ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci. "Da subito ho chiesto di implementare le attività di monitoraggio e prevenzione dell'Osservatorio Nazionale così come intendo rendere nuovamente operativo il Comitato nazionale per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive", ha annunciato. Ed in occasione di un messaggio in vista della giornata del malato anche Papa Francesco ha rivolto un appello perché a questi professionisti non vengano solo dedicate frasi di circostanza chiamandoli eroi, ma soprattutto attenzioni e risorse. 

LE AGGRESSIONI - L'aggressione di ieri a Udine ha riguardato una specializzanda di 28 anni che ha subito un principio di strangolamento, sabato sera, mentre era di turno come guardia medica a Udine. L'aggressore era l'accompagnatore di un paziente a cui era stato consigliato di recarsi in Pronto soccorso per alcuni approfondimenti diagnostici. L'uomo ha dapprima minacciato la dottoressa e, quindi, le ha messo le mani al collo tentando di strangolarla prima di darsi alla fuga, dopo che una collega è prontamente intervenuta per difenderla. Dopo questo episodio, i sindacati Nursind e Uil Fpl hanno in programma corsi di autodifesa per il personale sanitario.

Il 6 gennaio al Centro di salute mentale di via Gambini di Trieste un infermiere è stato picchiato da un utente al quale chiedeva d'attendere il passaggio di consegne prima di conferire con gli operatori. Il 2 gennaio la violenza è stata invece registrata dagli operatori sanitari del pronto soccorso dell'ospedale Di Cristina di Palermo: la madre di un bambino che stava per essere visitato ha preso per il collo un'infermiera sbattendola al muro, mentre il marito si è scagliato contro la guardia giurata. E nella stessa giornata a Napoli un'aggressione ha coinvolto a Napoli il personale di un'ambulanza. 

Il Comitato nazionale per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive, a cui fa riferimento il ministro, è fermo dal luglio scorso, ed è previsto dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, il cui coordinamento è affidato la Ministro della Salute. "Il Piano Nazionale della Prevenzione, inoltre, prevede una specifica azione centrale proprio in tema di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, con l'obiettivo di promuovere e ampliare le tutele in maniera integrata, approccio che rappresenta un punto chiave all'interno dei progetti finanziati nell'ambito del Piano Nazionale Complementare al PNRR", spiega il ministro che ricorda come il comparto sanitario sia tra i settori più soggetti al fenomeno delle aggressioni e tra infermieri e medici le donne sono le più colpite. "La salvaguardia di chi lavora in sanità è essenziale per garantire sicurezza delle cure e qualità ai pazienti. Con questo obiettivo siamo impegnati affinché tutti gli strumenti a disposizione siano utilizzati in modo efficace per permettere a tutti gli operatori e professionisti sanitari di svolgere il proprio lavoro nelle condizioni di massima tutela" ha concluso Schillaci. "Gli anni della pandemia hanno aumentato il nostro senso di gratitudine per chi opera ogni giorno per la salute e la ricerca. 

 

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO - Ma da una così grande tragedia collettiva non basta uscire onorando degli eroi", ha detto invece il Papa nel Messaggio per la Giornata del Malato che si celebrerà l'11 febbraio. "Il Covid-19 - prosegue Papa Francesco - ha messo a dura prova questa grande rete di competenze e di solidarietà e ha mostrato i limiti strutturali dei sistemi di welfare esistenti. Occorre pertanto che alla gratitudine corrisponda il ricercare attivamente, in ogni Paese, le strategie e le risorse perché ad ogni essere umano sia garantito l'accesso alle cure e il diritto fondamentale alla salute".