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Paolo Villaggio non le mandava certo a dire. Non amava formalità e ingessature. Irriverente e scanzonato, aveva un’ironia tanto audace che, talvolta, poteva essere tagliente. Lo sanno bene i sardi che non hanno mai del tutto digerito l’infelice battuta dell’attore genovese che nel corso di una puntata del programma Brontolo, condotto su Rai 3 da Oliviero Beha, ipotizzò che “la Sardegna è la regione con meno bambini perché, mi hanno detto, alcuni pastori preferiscono avere delle relazioni con le pecore”.
Apriti cielo, per anni la Sardegna ha conservato rancore e fastidio per una barzelletta tanto infelice quanto stereotipata. Non fu certo Villaggio il primo ad alludere a simili situazioni, basti pensare che lo scrittore di Siligo Gavino Ledda lo faceva già nel 1975 con il suo romanzo Padre padrone, la cui versione cinematografica vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes due anni dopo guadagnando una grande visibilità a livello internazionale.
La morte di Paolo Villaggio, così, ha suscitato sentimenti contrapposti fra i sardi. Una parte del pubblico isolano non ha risparmiato all’attore comico aspre critiche nemmeno dopo morto. Una presa di posizione così dura ed estrema sembra addolcirsi, oggi, col gesto simbolico del cantante sassarese Enzo Mugoni.
Mugoni, che in trent’anni di carriera ha collaborato con Gianni Morandi, Gianni Bella, Benito Urgu e tanti altri, si è presentato stamattina alla camera ardente allestita in Campidoglio per l’ultimo saluto a Paolo Villaggio. Portava con sé una nuvoletta di fantozziana memoria realizzata in cartone e con su scritto “Lassù non pioverà più”, un omaggio sincero ed originale che è stato accolto con commozione dalla famiglia dell’attore. La nuvoletta, così, è stata posizionata sulla bara. Abbracci e foto di rito, poi l’attenzione dei giornalisti presenti che hanno rivolto alcune domande all’artista di Sassari: “Questa la porto con me dalla Sardegna”.
Una pacificazione virtuale fra l’isola e uno dei personaggi più istrionici che la tv italiana abbia mai espresso.
In camera ardente, a metà mattinata, sono giunti anche Beppe Grillo e Davide Casaleggio che, entrando da una porta di servizio, hanno evitato le decine di giornalisti in attesa all’ingresso principale.