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Le indagini condotte dai Carabinieri Forestali di Ancona, iniziative nel 2021 con il supporto del Gruppo di Ascoli, hanno rivelato un presunto sistema consolidato di corruzione coinvolgente cinque funzionari della Regione e 16 imprenditori. L'obiettivo sarebbe stato quello di influenzare le gare d'appalto bandite dalla Regione Marche per progetti di manutenzione idraulica lungo i fiumi della regione. Questa è la sostanza delle accuse emerse da un'indagine condotta dalla Procura di Ancona nel giugno 2022, che ha portato a otto arresti, di cui uno in carcere. Ventuno persone e due società hanno ricevuto l'avviso di chiusura delle indagini e rischiano ora di essere processate. Secondo il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza degli indagati sarà determinata solo con una sentenza definitiva di condanna. Le notifiche sono state eseguite dai Carabinieri Forestali del Nipaaf, in collaborazione con vari gruppi forestali, coinvolgendo residenti in diverse province, tra cui Ancona, Pesaro Urbino, Macerata, Arezzo, Perugia. I reati contestati includono corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata, falsità ideologica e materiale, rivelazione e utilizzo di segreti d'ufficio, subappalto non autorizzato e responsabilità amministrativa per corruzione. L'accusa sostiene che alcuni lavori siano stati eseguiti in modo non conforme al progetto, con il consenso del direttore dei lavori, accusato di corruzione. Inoltre, le gare d'appalto sarebbero state falsate, con gli imprenditori accordatisi preventivamente per presentare offerte distorte, causando un danno economico all'amministrazione pubblica. Si ipotizzano atti di corruzione e turbative in almeno cinque lavori pubblici appaltati dalla Regione Marche, di cui due nell'Anconetano, due nella provincia di Pesaro Urbino e uno nell'Ascolano, per un valore totale superiore a 1,2 milioni di euro. Il 14 giugno 2022, otto misure cautelari personali sono state eseguite su disposizione del gip di Ancona: un arresto in carcere e sette agli arresti domiciliari, con il sequestro di somme pari a 50.288,62 euro a carico di sette imprenditori e un funzionario pubblico.