Il caro bollette tocca anche le scuole e in Veneto prende piede l'ipotesi della settimana corta per cercare di risparmiare sui consumi di gas ed energia elettrica. La proposta è stata lanciata dal vicepresidente della Provincia di Verona con delega a Istruzione ed Edilizia scolastica David Di Michele che spiega: "La settimana corta ci permetterebbe di ammortizzare costi importanti".

"Non è competenza del presidente della Provincia dire come la scuola si deve e deve formare – risponde Stefano Marcon, presidente dell’ente a Treviso e sindaco del Comune di Castelfranco Veneto, oltre che vicepresidente vicario di Upi nazionale – ridurre servizi o cambiarli per risparmiare soldi non è una buona idea. Io credo che qualcuno debba intervenire a livello governativo per risolvere questa problematica che obiettivamente c’è e riguarderà tutti gli enti locali".

La novità andrebbe a coinvolgere in particolare 150 licei veneti, molte scuole superiori già attuano infatti la settimana corta. Un cambio che però preoccupa i dirigenti scolastici per il poco tempo. "È molto tardi, l’organizzazione è già avviata e nel nostro caso le materie di studio hanno bisogno di tempi di apprendimento distesi – commenta Roberto Fattore preside del Liceo classico Maffei di Verona – l’orario prevede da 27 a 33 ore. I corsi con 33 ore dovrebbero comprimere moltissimo apprendimenti fondamentali e complicati. Non voglio sottrarmi alla provocazione dell’attualità, ma è una cosa che va affrontata con un tempo di preparazione più lungo".

Alla proposta si è opposto anche il Pd: "I ragazzi e le famiglie hanno sofferto in modo drammatico le conseguenze della pandemia, dal punto di vista degli apprendimenti, dello sviluppo delle competenze, della socializzazione, del disagio psicologico e dell’organizzazione della vita dei nuclei familiari. Per questo, nei giorni in cui la scuola sta per iniziare non possiamo chiedere nuovi adeguamenti in corso d’opera e ulteriore rinunce a chi ha già pagato un prezzo altissimo. La scuola, questa volta, deve essere messa al primo posto e non può essere sacrificata sull’altare dell’ennesima, seppur drammatica, emergenza“. Lo dichiarano in una nota la responsabile scuola del Pd, Irene Manzi e i deputati veronesi, Alessia Rotta e Diego Zardini.