"Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare. Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile''. Lo ha dichiarato al Fatto Quotidiano la senatrice a vita Liliana Segre, alla vigilia della partenza per Roma dove voterà ''la mia fiducia al governo".

"Questa crisi politica improvvisa - spiega - l'ho trovata del tutto incomprensibile. All'inizio pensavo di essere io che, con la mia profonda ingenuità di persona lontana dalle logiche partitiche, non riuscivo a penetrare il mistero. Poi però ho visto che quasi tutti, sia in Italia che all'estero, sono interdetti, increduli, spesso disgustati''.

''Confesso che il sentimento prevalente che mi muove è proprio quello dell'indignazione - aggiunge la senatrice a vita -. Non riesco ad accettare che in un tempo così difficile, in cui milioni di italiani stanno facendo enormi sacrifici e guardano con angoscia al futuro, vi siano esponenti politici che non riescono a fare il piccolo sacrificio di mettere un freno a quello che Guicciardini chiamava il particulare. Tutti i governi del mondo, hanno dovuto procedere per tentativi ed errori. Come anche la scienza, del resto. Quindi è scontato che anche il governo Conte abbia fatto errori. Però mi pare che si debba riconoscere che ha fatto nell'ultimo anno un lavoro gigantesco per reggere l'urto di un'emergenza spaventosa; ed ha ottenuto una svolta storica nelle politiche europee. Ricordo che questo governo è nato allorché i partiti che lo formarono ritennero di superare le forti divergenze che già allora si manifestavano, perché occorreva preservare il Paese da gravissimi pericoli. Dunque mi chiedo: ma quei pericoli sono svaniti?''.