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"Robert non era un barbone, si arrangiava in qualche modo per vivere e se poteva era lui ad aiutare chi aveva bisogno".
A parlare all'ANSA è un'amica del 48enne polacco trovato morto ieri in un capanno di fortuna in via Trebbiani, sul lungo fiume Tronto, in pieno centro storico di Ascoli Piceno, vittima del freddo. Era da 15 anni in Italia.
"Era un carissimo amico - racconta la donna, anche lei polacca -. Si era costruito quel riparo l'estate scorsa con i pochi soldi che guadagnava quando lo chiamavano per fare piccoli lavori, traslochi o puliture giardini, Noi amici gli abbiamo offerto altre sistemazioni, più idonee e confortevoli, ma le ha rifiutate". Ieri la macabra scoperta.
"Lo abbiamo trovato sul letto quando era già morto. Viveva in quella baracca di cui nessuno, a parte gli amici, sapeva nulla. Se l'era costruita perché non aveva uno stipendio fisso e non poteva permettersi di meglio, una casa dove vivere" seguita l'amica. Per mangiare Robert si rivolgeva alla mensa dei poveri Zarepta, a due passi da dove è stato trovato morto.
"Chi come me lo conosceva gli procurava bombole per la stufetta che usava per riscaldarsi, andavamo lì per vedere se aveva bisogno di qualcosa, ma lui era orgoglioso e diceva che stava bene in quella baracca, che non sentiva freddo, e non ha mai voluto accettare l'ospitalità che gli abbiamo proposto". A quanto pare non si era mai rivolto ai servizi sociali del Comune.
"C'è una persona che da sei mesi dorme in una baracca e mangia nella mensa dei poveri e nessuno delle istituzioni sa niente? Lo conoscevano tutti ad Ascoli, sia a Zarepta, dove gli davano da mangiare e anche cose per la pulizia personale, sia in Comune e sapevano che non aveva una casa. Purtroppo, aveva solo documenti polacchi e non avendo alcuna residenza nel territorio non aveva considerazione".