Alla domanda sui suoi precedenti per la compilazione della scheda anagrafica, il boss di Cosa Nostra ha risposto: "Fino a stanotte ero incensurato. Poi non so che è successo". A differenza di altri, come Totò Riina e Bernando Provenzano, che avevano già trascorso da giovani delle notti in cella prima della lunga reclusione, per Messina Denaro si tratta infatti della prima volta come detenuto, ma le condanne all’ergastolo nei suoi confronti sono già definitive.

Messina Denaro, latitante da 30 anni arrestato lunedì, precedentemente in cura nella struttura palermitana sotto il falso nome di Andrea Bonafede, non ha mangiato né ha fatto richieste di giornali, libri o altro. All’aeroporto di Boccadifalco il boss mafioso ha chiesto solo carta e penna per scrivere un appunto: "I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande umanità" e poi la frase in cui si autodichiarava incensurato, che si è conclusa con un ironico "non so perché sono qui".

Messina ha però già chiuso le porte a una possibile collaborazione con la giustizia. "Non voglio collaborare", ha detto al procuratore Maurizio De Lucia e all’aggiunto Paolo Guido. "Se lo sono venduti", è stato il commento di alcuni esponenti dei clan di camorra. "Qualcuno ha fatto la spia", hanno riferito alcuni malviventi di piccolo calibro, come riporta Repubblica.