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Preparavano attentati ai danni di extracomunitari, a politici privi di scorta compresi in un elenco, a sedi di Equitalia, a una linea ferroviaria abruzzese per provocare una strage simile all'Italicus, oltre a progettare l'omicidio dell'ex estremista di destra Marco Affatigato. Si tratta dei 16 componenti dell'associazione di estrema destra 'Avanguardia Ordinovista', finiti a giudizio davanti alla Corte d'Assise di Chieti con presidente Guido Campli, giudice a latere Giulia Colangeli: il processo, come riporta l’Ansa, è cominciato oggi con l'audizione di tre testimoni, tutti investigatori, della Procura.
L'accusa, a seconda dei ruoli, è di aver promosso, costituito e organizzato e partecipato all'associazione che si proponeva di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo, anche internazionale, e di eversione dell'ordine democratico, nonché di discriminazione ed odio etnico, nazionale, razziale e religioso. A capo del gruppo, sgominato con l'operazione ''Aquila nera'' c'era Stefano Manni, ex carabiniere, ascolano residente a Montesilvano la cui posizione era stata stralciata e che nel processo con rito abbreviato è stato già condannato a sei anni di reclusione. Uno degli investigatori, rispondendo in udienza alle domande del pm Guido Cocco, ha riferito che durante una perquisizione a casa di Di Menno Di Bucchianico - uno degli imputati - ha spiegato oltre ad una serie di libri, materiale di tipo ideologico, su una scrivania fu trovata una rubrica all'interno della quale c'era una pagina scritta a penna, con indicata una lista rossa, con una serie di nominativi fra cui alcune cariche istituzionali (governatori e presidenti consigli regionali di Abruzzo, Molise e Marche), oltre a Del Turco, Pagano, Teodoro, Pezzopane, dirigenti Equitalia Abruzzo e Molise, dirigenti di banche, ambasciatore indiano e staff, preti, comunisti e faccendieri, agenda poi sequestrata insieme a supporti informatici.
Durante quella perquisizione fu trovata anche una lettera indirizzata a un non meglio precisato fratello in armi. Nel corso delle indagini furono sequestrate e inviate alla sezione balistica del Ris di Roma alcune armi, tre pistole, una carabina seminautomatica, un fucile a pompa e una pistola a salve. Sotto processo ci sono Franco La Valle, di Chieti, Luigi Nanni residente a Canosa Sannita e Luigi Di Menno Di Bucchianico di Lanciano, Marina Pellati di Varese, ma residente a Montesilvano, Emanuele Pandolfina Del Vasto, originario di Palermo, ma residente a Pescara, Luca Infantino di Legnano - unico presente in aula - Maria Grazia Callegari di Venezia, Franco Grespi e Ornella Carolina Garoli, entrambi di Milano, Marco Pavan di Mirano, Mario Mercuri di Petritoli (Ascoli Piceno), Giuseppa Caltagirone di Casteldaccia, Valerio Ronchi di 51 anni di Mariano Comense, Marco Cirronis, 39 anni di Cagliari, Tiziana Mori di Pavia e Giovanni Trigona, 52 anni di Palermo. Secondo l'accusa l'associazione stava preparando un attentato con esplosivo e armi da fuoco al mercatino etnico di Pescara, gestito da ambulanti extracomunitari, di fronte alla stazione degli autobus, e un attentato ad un hotel di Montesilvano, con armi da fuoco, contro gli extracomunitari che vi erano ospitati. I reati sono stati commessi dal primo dicembre 2012 al 22 dicembre 2014, giorno in cui scattarono diversi arresti, fatti commessi in Abruzzo e fuori dai confini regionali. Prossima udienza il 29 giugno.