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mother holding child's hand who fever patients have IV tube.
Ben 16 ore di intervento dopo un anno di sofferenza e cure con farmaci combinati per preparare il giovanissimo paziente, di soli 13 anni, a una grande sfida che gli ha salvato la vita: un trapianto di fegato considerato dai medici ai limiti dell'impossibile. Una storia di lotta finita bene grazie alla grande professionalità dei medici che l’hanno operato e a un bimbo meno fortunato del protagonista, deceduto in Germania, donatore dell'organo trapiantato al 13enne.
Seguito fin dai suoi primi anni di vita presso la Gastroenterologia pediatrica dell'Ospedale Regina Margherita di Torino, a causa di una rarissima anomalia nella circolazione del sangue nell'addome, la "Sindrome di Abernethy", il 13enne soffriva di "intossicazione cronica". A riportare la bella notizia dell’intervento andato a buon fine è il giornalista Alessandro Mondo su La Stampa – Torino.
Il sangue del ragazzino che arrivava dall'intestino non veniva filtrato dal fegato e andava direttamente al cuore e ai polmoni. In questi casi l'unica soluzione è il trapianto di fegato, che in circostanze “buie”, considerata la morte di un altro giovanissimo paziente, ha salvato la vita al 13enne, ora pieno di speranza e gioia nel guardare avanti.