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La vicenda si sviluppa a Treviso e, come viene definita da Il Gazzettino che ne ha riportato la notizia, rientrerebbe nella categoria delle cosiddette “truffe porta a porta”. Purtroppo il problema non si limiterebbe solo a questo. Infatti, ci sarebbe un aggravante di notevole rilievo: la vittima, V.Q. di anni 72, ha delle certificate difficoltà di relazioni a causa di un incidente, per il quale usufruisce anche delle agevolazioni previste nella legge 104.
LA STORIA – Tutto comincia a novembre 2022, quando la pensionata viene contattata telefonicamente da una donna che avrebbe sostenuto di essere un’impiegata della Treccani. Proprio quest’ultima avrebbe proposto alla pensionata una rivista come segno di gratitudine per gli acquisti effettuati negli anni passati. V.Q. non è per niente interessata all’omaggio offerto; mostra invece interesse per la vendita di vecchi libri e alcuni oggetti della famosa casa editrice comprati molto tempo prima. Le due non fissano un appuntamento e concludono la chiamata senza aver chiuso alcun tipo di accordo. Saranno molte altre le chiamate che la pensionata riceverà nel tempo, talvolta insistenti, da parte di sedicenti “referenti dell’ufficio amministrativo Treccani”.
La donna, portata allo sfinimento, decide di fissare un appuntamento con l’unica intenzione di vendere qualche oggetto in proprio possesso. Il venditore si sarebbe presentato alla porta della donna mostrandole il tesserino di riconoscimento. L’uomo sarebbe stato inoltre avvertito da V.Q. circa i propri problemi di salute; nonostante ciò, la donna ha riferito di essersi sentita attaccata con un monologo e di essere entrata in un evidente stato confusionale. La conversazione sarebbe sempre stata circoscritta attorno la possibilità di vendere gli oggetti della Treccani, sino a che il commerciale avrebbe invitato V.Q a firmare alcuni moduli come contratto proforma, legato sempre alla possibile vendita dei libri in possesso della pensionata.
LA SCOPERTA DELLA TRUFFA- Alcuni giorni dopo, la donna e il marito si sarebbero resi conto che quel che il venditore avrebbe spacciato per un modulo era in realtà un contratto per l'acquisto di una preziosa Bibbia. Il prezzo del libro non era ancora stato identificato. A quel punto, avrebbero provato a mettersi in contattato con il “commerciale della Treccani” per annullare il contratto. L’uomo non avrebbe però mai risposto alle chiamate.
Dalla sede di Padova della casa editrice i due coniugi avrebbero ricevuto rassicurazioni su un successivo contatto con il venditore. Non avendo però mai ricevuto notizia ed essendo passato del tempo, marito e moglie decidono di rivolgersi all’Adico (Associazione difesa consumatori) per far annullare il contratto. Solo una volta entrati in contatto con l’associazione scoprono di che tipo di Bibbia si trattasse: la donna si era impegnata per l’acquisto della preziosissima Bibbia D’Angiò dal costo di 22mila e 500 euro.
“SIAMO OLTRE I TEMPI PER IL RECESSO” - Il prezzo, non ben visibile nei moduli, è stato individuato dal legale dell’associazione “In questo momento la nostra assistita si ritrova con un contratto più che oneroso per una Bibbia che non ha richiesto - commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico - Come facciamo sempre nelle vendite porta a porta quando rileviamo che il potenziale cliente è stato indotto a firmare un contratto presentato come modulo non impegnativo a livello economico, richiederemo l’annullamento anche se siamo oltre i tempi per il recesso al di fuori dei locali commerciali. In questa disavventura, resta l’amaro in bocca anche per le condizioni di salute deficitarie della nostra socia, circostanza che non ha scalfito il determinatissimo commerciale. Dobbiamo capire quale sia il reale livello di coinvolgimento della casa editrice che, essendo un’azienda storica e prestigiosa, contiamo proceda subito con l’annullamento di quel faraonico contratto”.