È giallo sulle file ai Caf per il reddito di cittadinanza dopo la vittoria dei Cinquestelle alle elezioni. Per il M5S si tratta di una bufala, ideata ad arte da persone vicine al Pd. Tutto parte dalle dichiarazioni degli operatori di un centro di assistenza fiscale pugliese, confermate anche dal responsabile del centro servizi per l'occupazione 'Porta Futuro' di Bari.

Decine di persone si sarebbero recate agli sportelli del Caf Uil di Giovinazzo (Bari) in Puglia per richiedere i moduli per il reddito di cittadinanza. Come riporta in una video intervista di Radio Capital, l'operatrice del Caf pugliese Valeria Adriano, "subito dopo la tornata elettorale la gente - poco meno di una cinquantina di persone, molte in coppia - si è rivolta ai nostri sportelli per accedere a una domanda di sostegno al reddito".

Erano persone "molto giovani", "semplici", "che fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena", con un titolo di studio "medio". Dopo aver spiegato che al momento la legge italiana non prevede il reddito di cittadinanza, la funzionaria del Caf ha suggerito loro di usare gli strumenti esistenti come il reddito di inclusione e il reddito di dignità previsto dalla Regione Puglia. Alcune di queste persone si sono poi recate in altri Caf e agli sportelli comunali per chiedere conferma dell'inesistenza della norma.

Il Movimento 5 Stelle sottolinea che l'allarme è stato lanciato dal sindaco di Giovinazzo, che ha appoggiato il Pd in campagna elettorale. E, dopo essere stato sollecitato dai Cinquestelle, anche il direttore di 'Porta Futuro' Franco Lacarra, fratello - evidenzia il M5S - del neoeletto deputato renziano Marco Lacarra (Pd), ridimensiona il fenomeno.

"Alcuni cittadini - si legge in una nota sul portale Facebook del centro per l'impiego - sono passati dal nostro sportello per chiederci informazioni e approfondimenti su questo tema. Tutto ciò è normale: succede ogni volta che vengono divulgate notizie rilevanti per le politiche del lavoro. Il nostro compito è esattamente questo: informare e fornire chiarimenti su tutto ciò che riguarda le politiche del lavoro".

Dopo un giro di telefonate, effettuato da LaPresse, è risultato che al Caf Cisl di Pomigliano d'Arco (Napoli) non si sono verificati casi simili. Mentre a Bagnoli l'operatore, a domanda specifica, ha ripetutamente risposto: "Noi non lo facciamo", incurante della segnalazione circa il fatto che la legge non lo preveda ancora. Contattata, una privata cittadina di Giuliano - il cui numero di casa è erroneamente indicato sul sito ufficiale al posto diquello di un Caf Cisl in provincia di Napoli - si arrabbia e risponde: "E' una grandissima bufala, ma cosa credete, che non sappiamo che il nuovo governo non è ancora insediato? Ci prendono per scemi. Io ho votato il M5s ma non per questo vivo nell'Ottocento".

Smorza i toni la sede Caf Uil di via Marano a Salerno. "Ci sono stati pochissimi casi - riferisce l'operatore Ernesto - parliamo di 10-15 persone nell'arco di tre mesi. E poi bisogna vedere, perché spesso si fa confusione: c'è chi viene a chiedere il reddito di cittadinanza, ma intende 'reddito di inclusione', una misura che esiste già".

Anche gli uffici Caf Cisl di Bari non si sono verificati casi simili a quelli di Giovinazzo e confermano che tra i richiedenti può capitare di fare confusione nella terminologia, a prescindere dal reddito di cittadinanza.