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“Una categoria disarmata che ha bisogno di riconquistare fiducia sulla rappresentanza sindacale non più rispondente alle esigenze del gestore.Una categoria che ha bisogno di riconquistare la propria identità, che ha paura nell’affrontare il prossimo futuro dettato da cambiamenti radicali in relazione alla transizione energetica”. Si apre così la nota dell’Associazione nazionale gestori autonomi carburanti (Angac), che non ha aderito allo sciopero dei benzinai del 25 e 26 gennaio e che attacca le sigle storiche.
“Una categoria delusa, apatica e senza prospettive, ridotta a sopportare vessazioni da parte delle compagnie petrolifere che, tramite accordi commerciali firmati da sigle che si autoproclamano maggiormente rappresentative, si ritrovano ad espletare un lavoro da veri schiavi del caporalato, con la paura costante che al minimo sbaglio o comportamento anomalo al fine di ottenere una remunerazione congrua di sopravvivenza, si ritrovano con la risoluzione del contratto.Una categoria ostaggio del potere petrolifero e senza tutela sia da parte della politica che della giustizia” scrive ancora l’Angac con il proprio presidente Giuseppe Balia.
“C’è bisogno di un rinnovamento della classe dirigente sindacale che in passato fino ad oggi,non è riuscita a convincere e conquistare quella fiducia ricercata dal gestore. È arrivato il momento di cambiare e azzerare tutto.Angac ha una visione diversa di fare sindacato: è espressione di legalità, trasparenza e tutela dei gestori, parte debole della filiera.Angac lotterà all’infinito affinché emerga la distorsione e l’alterazione nel mercato della distribuzione dei carburanti e successivamente rivisitare normative e contratti perché il gestore possa esercitare il suo ruolo in maniera serena e giustamente remunerata, sconfiggendo tutte le vessazioni ad oggi esercitate”.
“Basta con gli inciuci tra compagnie petrolifere e sigle che abbiamo scoperto, l’evidenza ormai non si può nascondere e la maggioranza dei gestori lo ha capito.Noi di Angac siamo pronti ad accogliervi; metteteci alla prova e cerchiamo di rafforzare una nuova realtà che ha un solo obiettivo: il bene del gestore e costruire insieme un nuovo percorso di crescita” conclude il presidente dell’Angac.