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Vent’anni fa, esattamente il 20 ottobre del 1999, ci fu un evento che segnò una svolta epocale per le Forze Armate: l’ingresso delle donne nel mondo delle stellette. Dal dicembre dello stesso anno, il ministro della Difesa era l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che commentò: “L’inserimento delle donne nell’Esercito, nella Marina e nell’Aeronautica, non è affatto un atto dovuto o scontato o un ossequio al principio della parità. È la convinzione che le donne rechino qualcosa in più alle Forze Armate”.
La rilevanza sociale dell’evento non fu da meno: un punto di partenza in ottica militare, un segnale di arrivo al traguardo se considerato nel lungo, ma non ancora compiuto, processo della parità di diritti della donna rispetto all’uomo.
Ricordo, come fosse oggi e anche con un po’ di emozione, l’espressione felice di una ragazza-soldato che, appena arrivata dal centro addestramento, al suo primo servizio, mi disse: “Sono orgogliosa di servire la mia Patria e andrò ovunque sventoli la Bandiera tricolore”.
Attualmente, ci sono oltre 16.000 donne nelle Forze Armate. Per tutte loro e per chi deciderà di arruolarsi, la carriera è e sarà senza preclusioni.
Oggi, su Twitter, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha così commentato: “Sono trascorsi 20 anni dall'ingresso delle donne nelle Forze Armate. Un passaggio epocale, che ha arricchito la Difesa. A tutte loro l'augurio di buon lavoro e il ringraziamento per il loro quotidiano impegno al servizio del Paese”.