Inizia l’abbattimento della Vela verde, a Scampia, ma non sarà usato il tritolo che funzionò male quando fu utilizzato per abbattere la prima Vela nel 1997. Partì la prima carica, ma ne servì un'altra, più potente, per far crollare l'edificio.

Le Vele furono costruite a Napoli tra il 1962 e il 1975, su progetto di Franz Di Salvo che fu animato dallo spirito architettonico dell’Existenzminimum. L'idea era di provare a ridurre l’appartamento al minimo indispensabile. L’alloggio, ricavato con una spesa contenuta, doveva tendere al "fuori" come perno principale dell’esistenza abitativa. La vita doveva svolgersi fuori, nella collettività. L'idea del progetto era quella di ricostruire lo spirito dei vicoli napoletani in un condominio. I ballatoi, sospesi nel vuoto in un singolare sistema di scale che portavano agli appartamenti, erano come tanti vicoli.

Purtroppo la storia racconta di un progetto che non ha sortito l'effetto sperato. Centinaia di persone e famiglie vennero portate in quel fazzoletto di terra abbandonato, ma il disegno dell'architetto non venne rispettato a pieno. Le aree verdi furono trascurate, così come i centri scolastici, i servizi, le chiese, gli spazi comuni che si sarebbero dovuti realizzare ogni sei piani. I blocchi furono costruiti troppo vicino l'uno all’altro, compromettendo la luminosità delle abitazioni. Il Comune, per di più, iniziò a consegnare le chiavi di appartamenti non ancora terminati, a volte privi di servizi igienici efficienti, senza luce e senza gas.

Dopo il sisma del 1980 le abitazioni furono prese d’assalto da famiglie senza casa. I porticati si trasformarono in abitazioni abusive con appartamenti sovraffollati e sempre più degradati. La malavita si fece strada sempre più in quella situazione di disagio. Scampia divenne il regno di Aniello La Monica, Anielluccio o’pazz. della cosiddetta "Nuova famiglia" della Camorra. La Monica comprese che quel labirinto di scale e vicoli sospesi poteva fare al caso suo e della sua impresa criminale. Non fu difficile reclutare manodopera disposta a lavorare per pochissime lire. Prima le sigarette di contrabbando, poi la droga: l'eroina arrivava a tonnellate. Dopo Aniello fu l'era di Paolo Di Lauro, che organizzò un sistema di sentinelle, pali e depositi rendendo Scampia il mercato della droga più florido del mondo occidentale.

A oggi, dopo decenni di malessere sociale e abbandono, salvare le Vele risultava praticamente impossibile e abbatterle è un gesto fortemente simbolico. Non risolverà i problemi della città. Le piazze si sono spostate in altre aree. In 40 giorni si abbatterà la Vela verde, ma non si è ancora tracciata la linea di un nuovo percorso. Cosa nascerà, a Scampia, dalle macerie delle Vele?