Cinquanta violenze sessuali, 21 episodi di stalking, 230 casi maltrattamenti nei confronti di donne con disabilità. Sono i dati registrati dall'Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (Oscad) della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel biennio che va dal 1° ottobre 2020 al 20 settembre 2022, diffusi in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità.

Dal monitoraggio emerge che i crimini commessi nei confronti delle donne con disabilità, anche minorenni, hanno subito una leggera flessione nei due anni presi in considerazione.

Tra le tante storie drammatiche anche quella avvenuta in Sicilia durante il lockdown, quando una giovane donna affetta da una grave forma di deficit cognitivo che si trovava ricoverata in una struttura sanitaria, avrebbe subito ripetute violenze sessuali da parte di un operatore a cui era affidata la sua cura.

Nessuno ha denunciato quanto accaduto e gli abusi sarebbero rimasti sconosciuti se la donna non fosse rimasta incinta. Solo a quel punto, infatti, la struttura sanitaria ha comunicato lo stato di avanzata gravidanza ai familiari della donna, facendo emergere ciò che aveva subito la vittima.

Le donne con disabilità vittime di reato, viene fatto notare, risultano, spesso più delle altre donne, impossibilitate a denunciare quanto accaduto per timore di ritorsioni o di perdere il supporto della persona che si prende cura di loro o per la stessa difficoltà di riconoscere l'abuso.

Le donne con disabilità sono dunque vittime delle stesse forme di violenza che colpiscono le altre donne ma con conseguenze spesso amplificate proprio per la particolare vulnerabilità.

Da qui la notevole cifra di sommerso che contraddistingue tali reati e la necessità di tenere alta l'attenzione su un fenomeno che rimane nascosto se non addirittura negato. Un fenomeno, sottolinea la polizia, che si deve combattere anche con l'informazione e la conoscenza.

Per quanto riguarda i reati di violenza sessuale, colpiscono maggiormente le donne con disabilità di tipo cognitivo, solitamente con difficoltà a riconoscere l'abuso e a denunciarlo.

Nei casi di violenza sessuale su donne con disabilità fisica, invece, la vittima viene presa di mira a causa delle sue difficoltà motorie che non le consentono di fuggire o opporre resistenza.

Molto spesso gli abusi sessuali avvengono all'interno della famiglia o nelle strutture deputate alla cura e all'assistenza. Generalmente l'autore del reato è una persona vicina, che gode della fiducia della vittima come un familiare, un amico, un operatore sanitario, un insegnante, un volontario o il caregiver.

Il reato di stalking talvolta viene commesso da partner ed ex partner, ma anche da vicini o conoscenti della vittima.

Molte giovani con disabilità vengono contattate sui social network, circuite e indotte a produrre materiale sessualmente esplicito e spesso si concludono con richieste estorsive sotto la minaccia di divulgare il materiale pornografico.