Il virus sinciziale provoca due piccole vittime in un solo giorno in Italia. SI tratta di un bimbo di 11 mesi e un neonato di appena cinque mesi morti rispettivamente a La Spezia e a Castellammare di Stabia (Napoli). Fatale per entrambi una crisi respiratoria che ha generato un peggioramento improvviso fino all'arresto cardiocircolatorio.

Il bimbo morto a La Spezia si è spento all'ospedale Sant'Andrea per un'insufficienza respiratoria acuta sostenuta da un'infezione da virus respiratorio sinciziale. E' avvenuto alle 4 di questa mattina, come confermato dall'Asl 5. I genitori hanno trasportato il piccolo in ospedale perché da circa 24 ore presentava una tosse persistente e in aggravamento. Dopo il triage e il tampone antigenico, risultato negativo, il bimbo è stato preso in consegna dai medici del Pronto Soccorso pediatrico che hanno disposto il ricovero. Sul posto è presto intervenuto il rianimatore per effettuare un trasferimento protetto al Gaslini di Genova, ma a causa della grave instabilità clinica subentrata è stata l'equipe di trasporto della Terapia Intensiva del Gaslini ad intervenire al Sant'Andrea, invano.

I tentativi di rianimare il bambino, protrattisi per oltre un'ora e mezzo, non hanno scongiurato il peggio. Domani mattina verrà eseguito il riscontro diagnostico sulla salma per accertare la causa della morte.

La seconda vittima ha perso invece la vita all'ospedale San Leonardo di Castellamare. Il bebè era ricoverato in Pediatria quando le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate. La crisi respiratoria è stata affrontata da medici e anestesisti, che non hanno però potuto salvargli la vita. I carabinieri arrivati sul posto hanno avviato un'indagine. Pe domattina è prevista l'autopsia.

"Il virus sinciziale - spiega il professor Midulla - se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse. Ma i neonati sono spesso protetti dagli anticorpi materni che si 'trasmettono' attraverso la placenta".

"Questa volta però non è stato così - prosegue Midulla - e l'epidemia che solitamente arriva a dicembre-gennaio è scoppiata con 2 mesi di anticipo. Ce lo aspettavamo perché per un anno e mezzo il virus non ha circolato grazie alle misure anti-Covid (lavaggio delle mani, mascherine e distanziamento sociale). Ma non appena queste misure sono state allentate, i fratellini più grandi sono tornati all'asilo o a scuola, e con una popolazione senza anticorpi il virus ha cominciato a circolare, subito e in anticipo rispetto al solito, e sta dando forme gravi nei piccolissimi".