PHOTO
La Giunta regionale ha stanziato 1milione e 500mila euro per il comparto apistico. Le risorse saranno erogate nel triennio 2018-2020 (500mila euro ad annualità).
L’intervento punta al miglioramento strutturale delle aziende apicole sarde. Possono accedere al programma le Piccole e Medie imprese che abbiano una dimensione aziendale non inferiore a 25 alveari.
«Attraverso questi aiuti – ha spiegato Pier Luigi Caria – ci impegniamo a incentivare e migliorare l'allevamento apistico per la salvaguardia dell'ape italiana e delle api autoctone tipiche, e la pratica del nomadismo. Questo settore riveste grande importanza nell’agricoltura regionale, non solo per l’attività economica che ne deriva, con la produzione di miele e altri prodotti dell’alveare, ma anche perché la presenza delle api assicura l’impollinazione e quindi la produzione delle diverse specie vegetali. L’apicoltura rappresenta quindi un indispensabile contributo per il mantenimento dell’equilibrio biologico, contribuisce a una gestione sostenibile del territorio, rappresenta un modello di sfruttamento agricolo con un impatto ambientale positivo e il suo esercizio è particolarmente indicato per le aree marginali e le zone protette. Il comparto regionale – ha proseguito l’assessore – è caratterizzato dalla diversità delle condizioni di produzione e delle rese e dalla eterogeneità degli operatori economici, sia in termini di produzione e sia di commercializzazione, tanto da richiedere l’adozione di iniziative che puntino a migliorare questa condizione. La delibera approvata – ha concluso il titolare dell’Agricoltura – incrementa un altro fondo, da quasi 200mila euro, già disponibile e sempre destinato al comparto apistico il cui bando, tuttora in corso, scadrà il prossimo 30 novembre 2018».
Il contributo massimo per azienda è di 25mila euro per le imprese singole e di 50mila per quelle che si presentano in forma associata. L’intensità degli aiuti non può superare il 40% dei costi ammissibili a contributo. L’aliquota potrà raggiungere il 60% per le aziende ricadenti in zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici e per i giovani agricoltori o per gli agricoltori che si sono insediati nei cinque anni precedenti la data della presentazione della domanda di aiuto.
Saranno ammessi al finanziamento le spese sostenute, successivamente alla presentazione della domanda di aiuto, per i seguenti investimenti: acquisto di macchinari, arnie, mezzi di trasporto e attrezzature, compresi mezzi di trasporto e attrezzature idonei alla movimentazione degli alveari.
Sono inoltre ammissibili la realizzazione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture idonee a esercitare la propria attività. Nel caso di aziende che praticano il nomadismo, l’acquisto di arnie è riservato a quelle che posseggono almeno 50 alveari registrati in BDA (Banca Dati Apistica). Sono esclusi dagli aiuti l’acquisto di alveari, pacchi d'api e api regine; l’acquisto di dotazioni usate; gli investimenti di mera sostituzione.