Aveva 20 anni ed era stato arrestato il 2 ottobre scorso dalla polizia di Cagliari il giovane che ieri è morto dopo che due giorni fa aveva tentato il suicidio impiccandosi nella sua cella del carcere di Uta.

Gli agenti della polizia penitenziaria erano riusciti a slegarlo subito dopo il gesto, ma una volta in ospedale i medici nulla hanno potuto per salvargli la vita. Il ventenne peruviano era finito in manette per rapina e tentata rapina aggravata: aveva minacciato con una forbice una donna costringendola a consegnare i soldi che aveva nel borsellino e poco dopo aveva fatto la stessa cosa con un’altra donna nel quartiere di Is Mirrionis, che però era riuscita a far scappare il rapinatore.

Questa ennesima tragedia mette in luce nuovamente il problema della carenza di organico nell'istituto di Uta, denunciato dai sindacati di categoria e dal deputato di Unidos Mauro Pili.

“Un carcere nuovo che sta esplodendo con pochissimi agenti e con una gestione al limite del collasso. Questo fatto costituisce l'ulteriore conferma drammatica delle denunce che da ormai un anno vengono fatte dal personale e le numerose interrogazioni che sono state presentate.

La spregiudicatezza di chi governa il sistema penitenziario sardo è al limite e i responsabili di questo disastro sono stati anche premiati con promozioni romane”, ha commentato il leader di Unidos.