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Sono 261 i Comuni sardi che hanno presentato la domanda per le nuove reti di videosorveglianza nell’ambito della seconda fase del progetto promosso dalla Regione.
Si tratta di un intervento – sottolineano gli assessori degli Affari generali e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu – che la Giunta realizza in stretto raccordo con l’Anci e con gli amministratori locali che avvertono la necessità di avere una efficiente rete di controllo e di monitoraggio del territorio, allo scopo di prevenire episodi che violano i principi su cui si basa la civile convivenza. La Sardegna, in questo campo, fa da battistrada rispetto alle altre regioni italiane in termini di copertura del territorio con le nuove reti. A fronte dei 30 milioni stanziati dal Governo in tutto il territorio nazionale, la Giunta ha messo a disposizione dei Comuni sardi oltre 24 milioni di euro».
Dalla Regione fanno sapere che i progetti dovranno essere conclusi e rendicontati entro il termine perentorio del 31 luglio 2020. Inoltre Gli enti locali beneficiari dell’intervento dovranno avviare le attività di realizzazione della rete di sicurezza locale entro 30 giorni dalla data di ricevimento del contributo, procedendo con l’avvio delle fasi progettuali dell’intervento.
Tutto il progetto verrà seguito dalla Direzione generale dell’Assessorato degli Affari generali. La Regione Sardegna, presso il proprio Data Center di Cagliari, ha realizzato un nodo centralizzato di controllo, supervisione e monitoraggio delle reti sicurezza locali, che utilizzerà la Rete Telematica Regionale - RTR come piattaforma di comunicazione. Attraverso il nodo centralizzato, le forze di polizia possono avere accesso ai sistemi di videosorveglianza dei singoli Comuni.