“Siamo pronti alle barricate, in Sardegna i mafiosi non li vogliamo. Il Ministro Cancellieri blocchi questo demenziale piano di trasferire in Sardegna quasi 300 capi mafia in regime di 41 bis o altrimenti siamo pronti ad ogni azione pur di scongiurare questo attacco frontale alla società sarda. La sola ipotesi che personaggi come Riina o Provenzano e tutti i loro affiliati più diretti possano mettere dimora in Sardegna con tanto di carovane di familiari e accoliti al seguito fa semplicemente rabbrividire. Ai nomi di Riina e Provenzano, infatti, se ne affiancheranno almeno altri 300, meno noti, ma di rango analogo, con la capacita di ramificazione forse superiore ai nomi principe della mafia, ormai vecchi e malati. Dopo la scoperta di affari mafiosi in Costa Smeralda e nel Nord Sardegna, con serio pericolo di infiltrazioni sia nel business dell’eolico che immobiliari, lo sbarco della mafia potrebbe prendere di mira importanti opere pubbliche come la stessa Sassari - Olbia con oltre 1 miliardo di euro di lavori stradali compresi i tanto appetibili movimenti terra”.

Lo ha detto stamane il deputato sardo Mauro Pili, da mesi impegnato in un duro contrasto di questo piano scellerato, chiedendo un urgente incontro al Ministro della Giustizia Cancellieri anche alla luce delle possibili definizioni degli stessi nominativi di spicco dei capi mafia da trasferire in Sardegna.

“Il Ministro non può stare in silenzio e deve immediatamente intervenire su questo piano, ascoltando la voce degli esperti, a partire da Pino Arlacchi, massimo esperto al mondo sulle questioni di mafia, che ha definito la concentrazione sarda di capimafia una vera e propria follia sia sul piano tecnico che politico. Le dilettantesche affermazioni di pseudo funzionari che hanno sostenuto che in Sardegna non ci fosse pericolo di infiltrazioni mafiose sono risultate destituite di ogni fondamento proprio alla luce dei sequestri dei giorni scorsi. La Sardegna è a rischio proprio perché è un’isola con particolari interessi economici, compresa la stessa metanizzazione che, a differenza del resto del Paese, deve essere ancora tutta o in gran parte realizzata”.

“In Sardegna arriveranno 300 Provenzano e Riina, con le stesse pendenze e con gli stessi capi d’accusa. Non possiamo correre un rischio del quale dopo nessuno potrà avere il controllo. E’ un piano folle e rappresenta l’ennesima grave azione verso il sistema penitenziario sardo e la Sardegna tutta, - ha detto Pili – proprio a partire dalla decisione di inviare nell’isola oltre il 50% dei 41 bis dislocato nelle carceri italiane. I dati, il Ministero li ha confermati in pubblica conferenza stampa, sono davanti agli occhi di tutti. Con l’ammissione del trasferimento in Sardegna dei 41 bis a Cagliari e Sassari, ai quali si aggiungono quelli già in essere a Nuoro, si ha la conferma di quello che da due anni denuncio. Il Ministero della Giustizia vuole trasformare la Sardegna in una vera e propria cayenna di Stato per mafiosi. A Cagliari si stanno allestendo dalle 90/100 celle per detenuti in regime 41 bis (capimafia), 100/120 a Sassari e 80/90 a Nuoro. Se si considera che i detenuti in regime di 41 bis in Italia sono 600 significa che in Sardegna dovrebbe arrivare quasi il 50% dei capimafia. Con la decisione, poi, di trasformare Tempio e Oristano in carceri di alta sicurezza annunciata qualche settimana fa, si ha la conferma di quanto denunciato nei mesi scorsi: a Tempio due bracci del nuovo carcere saranno dedicati ad AS 1 e 3, in altre parole ex capimafia o vicini nel grado gerarchico a Provenzano e Riina, con una previsione tra 140/150 detenuti. Idem a Oristano che diventa anch’esso di alta sicurezza con 125/150 detenuti tra AS1 e AS3”.

“Il Ministro Cancellieri – conclude Pili - affronti urgentemente il caso Sardegna prima che si sia costretti ad azioni forti per contrastare un piano demenziale e gravissimo che mette a rischio l’intera isola e la sua comunità”.