PHOTO
Manlio Brigaglia, Peppino Marotto e Salvatore Satta sono i narratori della Sardegna contemporanea che la Corona de Logu, l’organizzazione degli amministratori locali indipendentisti ha scelto per commentare le iniziative del 4 novembre.
“Gli scritti di Brigaglia richiamano alla distruzione della Sardegna intera per esigenze e interessi nei quali i sardi non si riconoscevano; per Marotto quei giovani allevatori, contadini e figli della piccola borghesia di paese non furono nient’altro che carne «da cannone» dei Governi del continente; per Satta, addirittura, i sardi si sarebbero dovuti rifiutare di combattere. La Prima guerra mondiale, difatti, produsse sui Sardi e sulla Sardegna conseguenze eccezionali”, si legge nella nota dell’organizzazione
“Vi furono conseguenze sociali – si legge -. Al termine del conflitto, quasi ogni famiglia piangeva un morto, un mutilato, un ferito grave, e fortissimo fu il calo delle nascite negli anni del conflitto e in quelli successivi. Vi furono conseguenze economiche. Il richiamo alle armi privò le campagne delle braccia più giovani e robuste e l’agricoltura registrò un forte calo della produzione di beni alimentari. Vi furono conseguenze culturali. I soldati tornarono a casa profondamente cambiati. Per la prima volta, nel confronto con i continentali, si erano anche resi conto di essere Sardi, un popolo tra i popoli, un popolo diverso dagli altri popoli. Tutto ciò modificò rapidamente le loro idee e i loro comportamenti”.
Tra le iniziative proposta dalla Corona de Logu quella di “Utilizzare esclusivamente i colori del gonfalone comunale su corone di alloro, monumenti e altri allestimenti che ricordano i caduti nelle guerre in occasione della giornata del 4 novembre” e “Presentare una mozione condivisa nei consigli comunali sul significato e le conseguenze che gli eventi luttuosi della Prima guerra mondiale ebbero per la cultura, la politica e la società dei Sardi e per la Sardegna”.
“Sono stati presentati atti politici nei Consigli Comunali di Bauladu, Macomer, Mamoiada, Oristano, Pabillonis, Ploaghe, Ruinas, Sant’Anna Arresi, Scano di Montiferro, Serrenti, Silanus, Tertenia, Ussaramanna e Villanovaforru. La Corona de Logu – conclude – si augura che in futuro sempre più Comuni sardi si impegnino a riflettere insieme ai loro cittadini sui fatti del 1915-18, traendone nuovi insegnamenti per la costruzione di un futuro libero e giusto per la nostra isola”.