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570 banaresi, riuniti in un unico scatto, che hanno deciso di lanciare un appello: “No allo Spopolamento”. Non poteva che concludersi con un successo l’iniziativa del Comune di Banari e di Marco Ceraglia che, nella giornata di ieri 4 agosto, in piazza San Giacomo, hanno portato a termine la missione chiamata “Il ritratto di gruppo più grande del mondo”.
Non è voluto mancare praticamente nessuno a questa fotografia che entrerà, sicuramente, nella storia del “Guinness dei Primati”. Tanti anche gli emigrati che hanno deciso di far rientro in paese per prendere parte alla fotografia, tra cui alcuni provenienti dalla Svizzera, dall’Australia e chi, come il Signor Aurelio Piu, ha deciso di fare rientro dalla lontana America, dove vive da più di cinquant’anni. Così come non è voluto mancare il signor Diego Cordedda che, con i suoi 96 anni, è il più anziano cittadino di Banari.
Un momento davvero emozionante, reso possibile grazie al grande impegno portato avanti in queste settimane dall’Amministrazione comunale guidata da Antonio Carboni e dall’Associazione OrdinariMai.
Presenti anche alcune personalità del mondo politico sardo che non sono voluti mancare a questo appuntamento davvero storico. Emiliano Deiana (Presidente dell’Anci Sardegna). «Un’iniziativa molto intelligente – ha rimarcato-. Un modo innovativo di parlare di quello che non è solo un fenomeno, ma è anche un dato di fatto. Un atteggiamento che, attraverso l’arte e la cultura, lancia un messaggio di unità che è un segnale molto importante. Come Anci Sardegna ci stiamo impegnando molto e nelle prossime settimane faremo un’altra iniziativa rivolta ai 31 paesi che hanno la data di scadenza sul groppone secondo le studio della Regione. Serve un intervento straordinario della Regione e serve programmare le risorse della prossima programmazione europea in maniera molto migliore rispetto alla precedente».
La Senatrice Francesca Alderisi, eletta nelle file di Forza Italia per la circoscrizione estero ripartizione Nord-Centro America, ha voluto portare il suo affetto all’iniziativa. «Un’iniziativa fantastica. Io ho raccontato per quasi vent’anni Italiani nel mondo e questo si inserisce in tutto il discorso del turismo di ritorno. Ci sono tantissimi italiani emigrati e discendenti che, soprattutto d’estate, ritornano nel paese di origine. Credo che quest’iniziativa sia importante anche per sensibilizzare i media e i social. Io credo che questo sia un esempio virtuoso da seguire perché la modalità è originale ma con un messaggio profondo dietro».
Gianpiero Cordedda (Segretario provinciale del Partito Democratico) ha voluto fare un plauso a OrdinariMai e all’Amministrazione comunale per quest’iniziativa che lui ha definito «Un modo diverso per porre l’attenzione sul problema dello spopolamenti dei piccoli comuni. Questo è un modo di testimoniare che comunità come la nostra hanno voglia di ripartire e di esserci. Bisogna ripartire dalla legge approvata dallo scorso Parlamento, su iniziativa anche da parlamentari sardi, sugli incentivi ai piccoli comuni. Credo che bisogna ancora fare tanto ma siamo sulla strada giusta».
Billia Pes ha parlato di «ottima iniziativa che serva per amplificare il problema e trovare delle soluzioni per risolverlo. La classe politica deve fare molto di più».
Giammario Senes (Presidente del Gal Logudoro-Goceano) ha rimarcato di un evento simbolico contro lo spopolamento. «Un modo – ha sottolineato – per far capire che dietro i numeri dello svuotamento dei paesi dell’interno della Sardegna ci sono uomini in carne e ossa. La scomparsa di molte nostre comunità significa stravolgere l’identità della Sardegna e cancellarne l’idea di futuro. Il Gal porta avanti delle politiche che hanno l’obiettivo di cercare di dimostrare che è possibile cambiare la situazione. Dobbiamo contrastare politiche nazionali e regionali che, a nostro avviso, non vanno nella direzione giusta. Le imprese sono lo strumento fondamentale per contrastare lo spopolamento in modo tale che i nostri giovani possano immagine il loro futuro nella loro terra. Uno degli strumenti può essere anche il progetto Alter».
Anche Gianfranco Ganau, Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, non è voluto mancare a questo storico scatto, «che mette Banari al centro dell’Italia in quanto questa è un’iniziativa originale per combattere lo spopolamento. C’è un turismo di ritorno importante ed è quello che devono fare le Amministrazioni».
Di iniziativa che rafforza lo spirito di appartenenza del territorio ha parlato, invece, Silvano Arru (Presidente dell’Unione dei Comuni del Meilogu) che ha posto l’accento sul fatto che questo possa rappresentare «Un momento importante per capire che il vero problema del territorio è lo spopolamento che deve essere posto all’attenzione a tutti i livelli e il primo problema da risolvere. Come Unione puntiamo ad ottenere delle disposizioni normative speciali».
Un commosso Marco Ceraglia ha voluto ringraziare tutti color che hanno lavorato per rendere possibile questo ritratto. «È andata molto bene. Ha fatto tutto la gente. Potevano fare altro ma erano qua per noi. Se ci mettiamo insieme possiamo fare un sacco di cose. La storia non finisce qui: ci sarà un racconto, un film e una mostra fotografica. Banari non è altro che il capofila, un esempio per tutti. I numeri sono una denuncia perché, troppo, spesso, c’è una mala politica e una mala amministrazione che non vuole vedere persone, vuole vedere numeri. Non ci tratta come persone».
Grande soddisfazione è stata espressa anche dal Sindaco di Banari, Antonio Carboni, e dalla Vice Sindaca Paoletta Cabras. Il primo ha dichiarato come questo ritratto vuole proporre un’idea diversa, originale e creativa ma anche «provocatoria» per affrontare il problema dello spopolamento dei piccoli centri. «Il messaggio che vogliamo lanciare è quello che i piccoli centri ci sono, vogliono esserci a patto che non vengano abbandonati dalle istituzioni, lasciando i servizi essenziali e non continuando a tagliarli».
Cabras ha rimarcato come questa sia il frutto «Di una fatica immane. Da parte nostra ci abbiamo messo l’anima. Abbiamo lavorato tantissimo con il paese e con i non residenti. Siamo andati nelle case degli anziani che non sono potuti venire in piazza dove sono state fatte delle foto-ritratto che li verranno consegnate. La gente ha risposto. Una cosa davvero bellissima».
Un ruolo attivo è stato svolto anche dalla Pam che ha curato il Servizio trasporto per gli anziani. Tre scatti che rimarranno nella nostra di questa piccola comunità. Un segno importante con un unico significato: siamo persone non numeri. Vogliamo vivere.