La chiesa di San Giovanni a Bortigali, le Cumbessias presso la chiesa di Nostra Signora de su Cossolu a Orune e il piccolo edificio religioso di Ovodda dedicato a San Pietro sono stati inseriti nell’iniziativa che riguarda il restauro dei ruderi e delle chiese rurali voluto da Ecclesiae Fabrica.

«Si tratta di un progetto europeo promosso dalla Provincia di Nuoro - dice Roberto Concas, coordinatore di Ecclesiae Fabrica -, che per ora vede tre casi applicati, uno per diocesi, e che ben presto si aprirà a nuove iniziative».

Le chiese campestri in passato erano dei veri e propri punti di riferimento e d’incontro per la gente che viveva in campagna.

«Nel 600 molte di queste strutture religiose - dice don Francesco Tamponi, direttore dell’ufficio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Sarda -, che versavano in uno stato di rudere, sono state inglobate con il passare dei secoli in altre strutture. Le chiese sono state fortemente compromesse a partire dall’800  e poi con un’ultima ondata di manomissioni pesanti avvenuta negli anni ‘60 e ‘70 quando era radicata l’ideologia del nuovo contro il vecchio».

Il recupero delle chiese di Bortigali, Orune e Ovodda vedrà coinvolti diversi volontari che saranno impegnati nei lavori di ristrutturazione sotto la vigilanza del Ministero e dell’Università di Cagliari.

I ruderi cadono giorno dopo giorno, senza che si faccia nulla - dice Roberto Concas -. Il progetto è fattibile grazie alle persone che si metteranno a disposizione gratuitamente. Solo per alcuni lavori verranno coinvolte le imprese».

Esattamente come si faceva in altri tempi nei paesi della Sardegna, quando “sa giornada cumuna” caratterizzava lo spirito solidale di una comunità.