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Lula (NU) Fedeli percorrono il cammino di San Francesco di Lula, al loro arrivo viene offerto il piatto tipico "Su Filindeu" e dell'acqua calda per i piedi, provati dalla camminata di tutta la notte.
Le feste in onore di San Francesco di Lula (che si rinnovano il 1° maggio e il 4 ottobre presso il celebre santuario campestre) sono fra gli appuntamenti più attesi e sentiti del calendario degli eventi in Sardegna. Momenti di fede, feste di popolo all'insegna della convivialità e della condivisione.
La Diocesi di Nuoro, quest’anno, ha programmato una serie di eventi collaterali cosicché i festeggiamenti in onore di San Francesco abbraccino l’intero 2022.
“Il legame della città di Nuoro con la festa di San Francesco di Lula è fortissimo – spiegano gli organizzatori –. Sia a maggio che a ottobre, infatti, tantissimi fedeli nuoresi partono dalla chiesa del Rosario nella notte e dopo 30 km di pellegrinaggio raggiungono il santuario dove vengono accolti. A chi è particolarmente affaticato viene offerto un pediluvio, a tutti vengono offerti da mangiare i piatti tipici della tradizione agropastorale come su filindeu (una pasta cotta nel brodo di pecora) e su zurrette (il sanguinaccio di pecora)”.
“Sebbene il santuario si trovi nel territorio di Lula, a organizzare le feste è un comitato di fedeli nuoresi guidato da un priore che cambia ogni anno e che quest’anno ha proposto nuovi interessanti eventi usufruendo dei finanziamenti previsti dalla Legge 7. A fine ottobre, ad esempio, si è tenuto un seminario che rifletteva sul legame tra fede, tradizione e territorio e su come questi aspetti diano vita alla cultura specifica dei luoghi. Un connubio che non riguarda solo le feste di San Francesco, ma che in Sardegna si presenta spesso dando vita a eventi unici in tutti i paesi”.
Il calendario degli appuntamenti entra nel vivo a fine anno. Il 2 dicembre alle ore 18, infatti, è stata inaugurata presso l’Isre una mostra fotografica dedicata a San Francesco di Lula. Il fotografo Massimo Locci si è unito ai pellegrini diretti verso il santuario documentando i momenti più suggestivi del percorso in una sorta di diario di viaggio della festa.
“La mostra – spiegano gli organizzatori –, è intitolata ‘Diario d’autunno’ e racconta i momenti più intimi del pellegrinaggio di ottobre che, a differenza di quello di maggio, compiendosi spesso in un giorno feriale e in condizioni climatiche meno favorevoli, è più raccolto e legato strettamente alla sfera religiosa. In occasione dell’inaugurazione è stato prodotto anche un catalogo che raccoglie gli scatti. La mostra sarà visitabile fino al 31 dicembre”.
C’è grande attesa, inoltre, per lo show che andrà in scena al Teatro Eliseo il 9 dicembre. L’evento "Laudato si’, la grande bellezza" prenderà il via alle ore 20 e sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook di Sardegna Live.
Giuliano Marongiu condurrà la serata accompagnando l’alternarsi sul palco dei nomi più forti dello spettacolo isolano. Gli Istentales, Maria Luisa Congiu, Maria Giovanna Cherchi, Anna Maria Puggioni, Laura Spano, Roberto Tangianu, Peppino Bande. Protagoniste anche alcune fra le principali associazioni folkloristiche sarde: i gruppi folk Sas Nugoresas di Nuoro, Santa Rughe di Orosei e Don Milani di Dorgali e i Cantori di Via Majore diretti da Alessandro Catte.
“Sarà un momento importante – spiega la Diocesi – volto ad approfondire un aspetto importante delle feste religiose in Sardegna: quello poetico e musicale. Lo spettacolo è parte integrante delle nostre feste che sono storicamente impreziosite da canti e balli. L’evento dell’Eliseo vuole accendere i riflettori su un modo diverso di cogliere lo spirito religioso dei momenti di fede. Sarà presente il vescovo mons. Antonio Mura, che darà un contributo importante per capir meglio il senso dell’evento”.
“È sempre più opinione condivisa che la figura di San Francesco vada rivalutata nelle sue peculiarità – concludono gli organizzatori degli eventi –. L’attenzione per la natura, lo sguardo rivolto agli ultimi e il suo modo autentico di vivere la fede e il Vangelo. Il rispetto per il creato nel senso più ampio del termine: non solo l’ambiente, ma anche le persone. Sono tematiche sempre più attuali e urgenti nonostante siano passati secoli da quando Francesco le ha interpretate in maniera profonda. È la straordinaria contemporaneità del poverello di Assisi”.