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Sestu, 12 marzo 2020. Mentre l’Italia è sconvolta dall'inizio di un lockdown che lascia attoniti e confusi, la vita di un 48enne del posto sta per trasformarsi in un dramma che affligge ancora amici e familiari. Salvatore Angioni, in quei mesi, vive una fase complicata della propria esistenza. La recente morte del padre non ha fatto che acuire il disagio dell’uomo già turbato da complicate vicende personali. Quel 12 marzo di tre anni fa, il destino di Salvatore Angioni si perde in una nebbia fatta di dubbi e domande irrisolte.
“Esattamente tre anni fa – ricordano oggi i fratelli Giuseppe e Fabrizio e la madre Pasqua – Salvatore esce di casa per recarsi all’ufficio postale. Non lo rivedremo mai più".
Salvatore scompare misteriosamente nel nulla in un periodo nel quale era difficile spostarsi senza essere notati. Un aspetto che vale la pena sottolineare, come osservano i familiari di Angioni. "In quei giorni tutta l’Italia è stata costretta a stare a casa per via del lockdown, le forze dell’ordine effettuavano controlli a tappeto per le strade delle città praticamente deserte. Si poteva uscire solo per recarsi al lavoro, per visite mediche o fare la spesa. E soprattutto, senza una valida giustificazione, non ci si poteva spostare dal comune di residenza”.
“Da testimonianze forniteci – raccontano ancora – sappiamo che nostro fratello ha trascorso a Cagliari i due giorni successivi al suo allontanamento. E’ stato visto in diversi punti della città da persone la cui testimonianza è assolutamente attendibile, in quanto lo conoscevano. Salvatore in quel periodo attraversava un momento difficile. Aveva gravi problemi di salute sia fisici che psichici. Chi lo ha incontrato nel suo girovagare l’ha descritto come una persona in gravi difficoltà, in evidente stato di confusione, disorientamento e con forti allucinazioni”.
“Quello che noi ci chiediamo – aggiunge la famiglia dello scomparso – è come sia stato possibile che lui, viste le restrizioni messe in atto dal governo, sia riuscito ad arrivare a Cagliari e soprattutto a girare indisturbato senza che una pattuglia delle forze dell’ordine o della polizia municipale lo fermasse per un controllo. Un’ altra ipotesi che noi familiari non abbiamo mai scartato è quella che Salvatore, viste le sue precarie condizioni fisiche, abbia avuto un malore per strada, che sia stato soccorso e che abbia rifiutato il ricovero, oppure abbia fornito false generalità o ancora chi ha effettuato l’intervento abbia trascritto in maniera errata le sue generalità, cosa, quest’ultima molto probabile, in quanto lui faticava ad esprimersi in maniera chiara e comprensibile”.
Ma la speranza per Giuseppe, Fabrizio e mamma Pasqua non si è ancora esaurita: “Vogliamo rivolgere il nostro appello agli operatori del 118, ai Pronto Soccorso, alle associazioni, alle comunità di recupero, ai cittadini tutti affinché ci aiutino a fare chiarezza. Anche un particolare che a molti potrebbe sembrare insignificante, per noi invece potrebbe essere molto importante. Al momento della scomparsa Salvatore indossava dei jeans, felpa nera con cappuccio, cuffia nera, scarpe da tennis nere con suola bianca senza lacci con scritta Ellesse di colore arancio. Deambulava a fatica, quasi barcollava come se stesse per perdere l’equilibrio. Aiutateci a capire cosa gli sia successo”.
Sono ormai passati 3 anni da quando Tore è uscito di casa e non si è saputo più nulla – afferma ai microfoni di Sardegna Live l’avvocato Gianfranco Piscitelli, che fin da subito ha seguito la vicenda affiancando i familiari - Come Presidente di Penelope Sardegna, fin dai i primi istanti sono sempre stato vicino alla famiglia e in particolare al fratello Giuseppe che conoscevo perché, come vigile del fuoco, è sempre stato attivo nella ricerca delle persone scomparse. Proprio per questo che non so cosa dirgli e incrociare il suo sguardo del perché Tore non sia stata o cercato".
"Giuseppe è venuto con me anche a "I Fatti vostri", "Chi l’ha visto", convegni in tutta la Sardegna in cui abbiamo denunciato l’esistenza nell’isola di scomparsi di “serie B” - prosegue Piscitelli - Gli scomparsi vanno sempre e per sempre cercati fino a risposte definitive. Tore deve essere cercato in vita o gli eventuali suoi poveri resti devono essere restituiti alla famiglia. Fino a prova contraria “gli Alieni rapiscono gli umani solo nei film di fantascienza” conclude l'avvocato.
SARDEGNA LIVE RACCONTO' LA STORIA DI SALVATORE ANGIONI NELLA SECONDA PUNTATA DELLA TRASMISSIONE "SCOMPARSI IN SARDEGNA".