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Sacchi e sacchetti di spazzatura ai margini delle strade, bottiglie di plastica nei boschi, mozziconi di sigaretta e lattine nella sabbia degli arenili. Basta guardarsi intorno per rendersi conto di come sia diffuso e tollerato il vizio italiano di usare l'ambiente come consueta discarica di rifiuti, mentre pigrizia, indifferenza, ignoranza, portano a considerare scomodo o inutile portarli fino a un cassonetto, a un cestino, a un luogo di raccolta o, semplicemente, a casa.
Ma cosa pensano gli italiani di questo fenomeno? Come lo percepiscono? Cosa credono sia necessario fare per superarlo riducendo non solo i danni all'ambiente, ma anche al turismo e in generale alla qualità della vita?
Per rispondere a queste e a molte altre domande WeClean, Associazione no-profit che opera per la salvaguardia e la valorizzazione delle aree ambientali di pregio, ha promosso e finanziato nelle scorse settimane la prima ricerca di mercato a livello nazionale su questo tema, sviluppando anche un focus specifico sulla Sardegna, Regione in cui WeClean ha avviato un primo progetto pilota di intervento. Nei giorni scorsi i risultati della ricerca sono stati presentati nel corso di un incontro con la stampa ad Alghero.
Un primo, per certi versi sorprendente risultato della ricerca commissionata da WeClean è che la quasi totalità degli italiani e delle italiane percepisce la presenza di rifiuti abbandonati sul territorio (plastica, carta, vetro, lattine, ma anche vecchi elettrodomestici e così via) come un problema molto grave. La percentuale è altissima: 97,6%. Accanto a questa dichiarata sensibilità, c'è anche l'elevatissima consapevolezza che: la responsabilità di questo comportamento è da attribuire agli stessi cittadini (96,3%); per la pulizia del territorio deve svilupparsi una educazione e un cambio di mentalità tra le persone (76,7%); non è ragionevole pensare che la soluzione del problema possa semplicemente essere demandata ai servizi di nettezza urbana, a cui si affida solo il 23,3% degli/delle intervistati/e.
Quattro italiani/e su dieci, e cioè 25 milioni di persone, ammettono di contribuire all'abbandono di rifiuti sul territorio. Di questi oltre il 5% dichiara di farlo spesso, l'11% qualche volta, quasi il 20% raramente. Si tratta di una forza devastante e, del resto, gli effetti si vedono. E' la fascia di popolazione più giovane (quella dai 18 ai 24 anni) la più indifferente al problema (oltre la metà dichiara di abbandonare rifiuti), mentre sopra i 50 anni i comportamenti sono più virtuosi e le cattive abitudini si dimezzano. Una maggiore propensione all'abbandono si registra poi tra persone che hanno figli e risiedono nelle regioni meridionali.
Chi abbandona un rifiuto assai spesso non prende in considerazione la conseguenza del proprio gesto. E' certamente male educato riguardo al rispetto dell'ambiente in cui si trova, ma è soprattutto insensibile. Il 47,3% lo fa per pigrizia; una percentuale analoga giustifica il proprio comportamento con il fatto che “tanto c'erano già altri a comportarsi così, e qualcuno pulirà”. Una quota di intervistati relativamente bassa si giustifica con l'assenza di cestini o di bidoni di raccolta. Ma probabilmente non si è neppure guardata in giro per verificarne o meno la presenza.
Della necessità di un cambio di mentalità si è detto. Più in dettaglio, oltre 4 italiani su 10 pensano utile strutturare in modo capillare un'opera di sensibilizzazione nelle singole aree, con cartelli, informazioni sui danni ambientali ed ecologici, creazione di centri di raccolta, e così via. Ma esiste anche la richiesta di un inasprimento delle sanzioni (68,8%) e di un uso delle tecnologie (telecamere, droni etc) per il controllo del territorio (53,4%).
Quali sono le Regioni che vengono percepite come maggiormente compromesse dalla presenza di rifiuti abbandonati? A ogni persona parte del campione della ricerca promossa da WeClean è stato chiesto di indicarne cinque. Le maglie nere sono in ordine crescente: la Puglia, con il 52,7% di segnalazioni, la Sicilia, con il 63,9%, il Lazio, con il 71,6%, la Calabria con il 71,8% e al primo posto di questa non invidiabile classifica la Campania, con un altissimo 87,6%. Dopo questa messe di Regioni meridionali, al sesto posto, appare la Lombardia, ma la percentuale di segnalazioni cala al 30,4%. E la Regione più virtuosa? E' la Valle d'Aosta, con un bassissimo 2,8%. Precede nell'ordine Trentino, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche, con valori “virtuosi” compresi tra il 3,6% e l'8,3%.
La sensibilità dei Sardi al problema dell'abbandono dei rifiuti è in linea (e addirittura un poco superiore) al valore nazionale, e si colloca sopra il 98%. Per il 19,8% la situazione è molto seria; per oltre un abitante su due è comunque abbastanza seria e richiede precisi interventi. Più della media italiana i cittadini e le cittadine sarde chiedono: un inasprimento delle sanzioni (69,7% contro la media nazionale del 68,8%); un maggior controllo grazie, per esempio, a videocamere (58,6% contro 53,4%); una maggiore opera di sensibilizzazione con cartelli, informazioni, punti di raccolta, etc (45% contro 44,8%). Anche per i Sardi (al 77%) l'opera di educazione all'ambiente è fondamentale.
Turisti o residenti: di chi è la colpa? A questa complessa domanda i cittadini e le cittadine sarde rispondono con grande equilibrio. Per il 61,5%, infatti, residenti e turisti si dividono in eguale misura la responsabilità del degrado, mentre il 27,2% attribuisce una maggior colpa ai residenti, e solo l'11,3% considera i turisti la prima causa del fenomeno.
Qualità della vita dei residenti (per il 66,8%), salute delle persone (55,3%) e turismo (51,3%) sono i comparti che, a giudizio della popolazione sarda, vengono maggiormente colpiti in modo negativo dal degrado del territorio. Degrado che, a giudizio degli intervistati, è soprattutto visibile lungo la rete stradale (74,6%) e lungo le spiagge e le aree circostanti (55,3%). Rispetto alla media nazionale, in Sardegna sale dal 63,7% al 74,4% il numero di coloro che dichiarano di non abbandonare mai rifiuti, mentre scendono le quote di chi li abbandona spesso (dal 5,4% al 4,2%), qualche volta (dall'11,1% all'8,5%) o raramente (19,8%al 13%). Sono dati importanti, che mostrano una popolazione mediamente più attenta e sensibile alla propria terra e intenzionata a migliorare.
Se al livello nazionale la percezione Regione per Regione dell'abbandono dei rifiuti vede la Sardegna più o meno a metà classifica, con un 11% di segnalazioni (contro per esempio l'87,6% della maglia nera Campania e il 2,8% della virtuosa Valle D'Aosta), la percezione che i sardi e le sarde danno quanto a pulizia della loro terra è più severo. Il 42,9% dei residenti infatti considera la Sardegna una delle prime sei regioni italiane ove il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti è più visibile. I motivi? Il primo indicato (69,1%) è ancora una volta la mancanza di educazione ambientale. E solo a distanza (39,8%) dopo emulazione di comportamenti negativi e pigrizia, l'assenza di adeguate strutture di raccolta.