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Inizierà il 6 febbraio il processo con rito abbreviato dei coniugi trentenni Dragana Ahmetovic e Slavko Seferovic, accusati dell'omicidio volontario della figlia della coppia, Esperanza, di 20 mesi, svanita nel nulla nel dicembre del 2017. Ieri mattina - come anticipato dall'Unione Sarda - gli avvocati dei due giovani rom, i legali Federico Delitala e Michele Satta, hanno ottenuto dal Gup del Tribunale di Cagliari, Giampaolo Casula, il via libera all'abbreviato condizionato: la madre sarà sottoposta a perizia psichiatrica, mentre il padre ha chiesto che vengano trascritte delle intercettazioni ambientali e che sia sentita la testimonianza di un cognato. Fissata per febbraio anche la nomina dei consulenti.
La piccola era sparita a ridosso del Natale 2017, quando era stato incendiato il furgone dove viveva la famiglia. Il pm Guido Pani è convinto che sia stata uccisa a ridosso del 5 dicembre, soffocata o impiccata. Ai genitori è contestato anche l'occultamento di cadavere e il rogo doloso del furgone.
Per mesi, dopo la scomparsa della bimba, la donna e il marito avevano dato numerose versioni contrastanti, ritrattazioni, finte confessioni. Dopo aver cambiato numerosi avvocati, la coppia aveva fornito (sia prima durante le indagini sulla scomparsa, sia dopo dal carcere) racconti differenti dicendo inizialmente che Esperanza era stata rapita, da qui l'indagine affidata al sostituto procuratore Pani della Direzione distrettuale antimafia competente per i sequestri a scopo di estorsione. Sempre la coppia, dopo l'arresto, aveva sostenuto di avere trovato la bimba nel suo lettino ormai senza vita, morta per motivi naturali, poi ancora che era soffocata mentre mangiava e infine la donna aveva incolpato il marito dell'omicidio, sino ad una finale confessione dove si è auto incolpata dell'omicidio di Esperanza ora contestato ad entrambi. I due si trovano detenuti in custodia cautelare nel carcere di Uta, alle porte di Cagliari.