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Un tempo la vita comunitaria dei nostri paesi si svolgeva anche con un saluto o una chiacchierata attorno a una tanto familiare e vecchia botte adagiata nel cortile di casa su due legni paralleli di supporto e sottoposta alle costanti oscillazioni del proprietario per ripulirla adeguatamente in attesa dell’approssimarsi della nuova vendemmia.
Però, i tempi cambiano e in una società in cui le fonti di inquinamento si moltiplicano ed emergono in tutta la loro pericolosità, non c’è più posto neppure per quell’umile botte che lasciava più o meno i residui sul posto o per le macellazioni domestiche degli animali, con gli approssimativi smaltimenti, che per la coreografia che si veniva a creare rappresentavano una bella festa, soprattutto per i bambini.
Era, la festa, essa stessa un’antica tradizione. Ora non più. Le norme non lo permettono, ma, soprattutto, sulle vecchie usanze è prevalente il diritto alla salute in contesti ambientali in cui le produzioni sono a livello industriale o comunque molto concentrate, con rischi di gravi inquinamenti in assenza o con insufficienti misure di tutela.
A tal proposito, il sindaco di Mamoiada, Luciano Barone, ha voluto un apposito incontro con i funzionari di Abbanoa, proprietari e tecnici, soprattutto dei settori vitivinicolo e caseario. Durante la riunione sono state evidenziate le criticità del momento e le possibili soluzioni riguardo a una gestione delle acque reflue che sia rispettosa della normativa in vigore, con la consapevolezza di tutti i presenti che non c’è tempo da perdere.
“La normativa è stringente – ha detto il primo cittadino -. Mamoiada è sbilanciata, soprattutto, per quanto riguarda i residui inquinanti che derivano dalla trasformazione vitivinicola e casearia. In particolare, è sempre più in crescita il settore del vino. Tra costituite e costituende ci sono una decina di cantine, oltre a numerosissimi hobbisti.
“Ogni cantina si deve dotare di alcuni sistemi e attenzioni per lo smaltimento dei rifiuti prima che le acque reflue vengano messo in rete per non andare a incidere negativamente sul depuratore”, ha detto il sindaco Barone.
“Oggi – ha continuato il primo cittadino- abbiamo un piano organico per evitare l’intasamento, però da tempo già evidente, del depuratore gestito da Abbanoa. La quale ha preso l’impegno di ampliare l’impianto esistente per evitare le criticità del momento.
“La soluzione più efficace per una gestione dei reflui enologici improntata alla salvaguardia ambientale – ha detto Barone- può scaturire solo con l'impegno congiunto tra professionisti, hobbisti ed Ente gestore. Noi continueremo a sensibilizzare e informare i cittadini, oltre che incontrare nuovamente i funzionari di Abbanoa”.