Il nuovo provvedimento, che programma la rete scolastica e l'offerta formativa per l'anno 2024/2025, continua a far discutere. 

Secondo la bozza che circola in queste ore, sparirebbero 45 autonomie scolastiche: per lo più accorpamenti di istituti che faranno capo ad un unico dirigente scolastico che dovrà coordinare il lavoro di più scuole.

“Il futuro dell'istruzione in Sardegna è minacciato dal recente piano di dimensionamento scolastico, con un focus preoccupante sul Polo Professionale (IPSAR-IPIA) di Alghero.” A parlare è Alberto Bamonti, Capogruppo in Consiglio Riformatori Sardi Alghero.

“La nostra denuncia è chiara: non possiamo permettere la perdita delle autonomie che hanno caratterizzato tanti istituti nella nostra regione. Il Polo Professionale (IPSAR-IPIA) di Alghero ha accumulato nel corso degli anni una reputazione di eccellenza, estendendosi oltre i confini regionali e guadagnandosi il rispetto di tutti, anche al di là del Tirreno.”

E aggiunge: “Nel nostro territorio l'Istituto Agrario di Santa Maria la Palma, è un triste esempiodi quello che può accadere con l'accorpamento, e deve servire da monito, infatti, sebbene le scuole non chiudano, il sacrificio delle autonomie è un colpo mortale. Senza libertà di azione, il destino di questi istituti è segnato negativamente.”

“È imperativo sottolineare che il Polo Professionale (IPSAR-IPIA) di Alghero risulta essere il bersaglio principale di questo piano. Non possiamo dimenticare che la formazione professionale è il cuore pulsante dell'occupazione e dello sviluppo economico. La comunità educativa, gli studenti e gli ex-allievi del Polo Professionale (IPSAR-IPIA) di Alghero hanno contribuito in modo significativo. La sua offerta formativa ha plasmato centinaia, se non migliaia, di giovani talenti che si sono distinti in svariati campi professionali.” 

“Ridurre l'autonomia di un Polo così prestigioso minerebbe non solo la sua eredità, ma anche il futuro di coloro che desiderano intraprendere una carriera nel settore professionale. La Regione Sardegna deve compiere una scelta chiara, investire nella formazione professionalizzante anziché procedere a una razionalizzazione cieca della spesa pubblica. Senza investimenti adeguati nella formazione professionale, il nostro territorio è condannato a una morte annunciata. La Regione deve agire con saggezza, preservando le autonomie degli istituti e investendo nel futuro attraverso una formazione che prepari le nuove generazioni ad affrontare le sfide del mondo professionale. La sopravvivenza della nostra comunità dipende da scelte lungimiranti e responsabili.” Conclude Alberto Bamonti.