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Guardare il mare di Gallura prima di morire, per far vibrare con gli occhi quell’immenso colore e quel vissuto poetico che muoveva da sempre la sua vena creativa, ispirando la sua splendida capacità di scrivere canzoni.
Enrico Riccardi si è spento questa mattina per riempire di musica altri silenzi, dopo aver composto, prodotto, arrangiato, riversato migliaia di note e parole sull’intero panorama dello spettacolo italiano.
Mina e Celentano hanno cantato le sue “storie” musicali, affidando parte del loro successo al suo modo di “sentire”; così come hanno fatto anche Drupi, Amii Stewart, Loredana Bertè, Milva, Giuni Russo, Marisa Sannia, Pastora Soler, Monica Naranjo e Patty Pravo, solo per citarne alcuni, che nel loro repertorio contano tante canzoni firmate da lui.
Nel 1969, esattamente cinquant’anni fa, ha vinto il Festival di Sanremo con la canzone “Zingara” scritta con Luigi Albertelli e interpretata da Bobby Solo e Iva Zanicchi.
Ho avuto il piacere di conoscerlo e di amarlo, in diverse occasioni l’ho ospitato nelle mie trasmissioni dove mi ha raccontato un po' della sua vita.
"Sono nato a Tortona nel 1934. L’incontro con la musica è avvenuto in maniera casuale: mio padre era un lucidatore di mobili e aveva portato a casa un pianoforte che apparteneva ad una famiglia genovese. Mi ero messo lì a strimpellare e un accordatore, amico di mio padre, che frequentava il suo laboratorio gli disse: ‘Questo ragazzo fallo studiare, ha l’orecchio assoluto".
Il suo rapporto con la Sardegna è una scelta di cuore intrapresa tanto tempo fa, quando decise di costruire la sua casa a Portobello di Gallura, prima di far innamorare di quegli stessi profumi e dei suoi tramonti anche Fabrizio De André, amico e a lungo suo vicino di casa.
"Nel 1974 Drupi canta Sereno è, una mia canzone scritta con Albertelli, che segna l’inizio di un’ascesa che lo porterà in giro per il mondo con altre nostre composizioni come Piccolo e fragile e Sambariò. Nello stesso anno Dori Ghezzi incide il suo primo album da solista che contiene un mio brano, Adesso vai. Sono complice dell’incontro fatale tra Fabrizio De André e Dori Ghezzi. Registravano in due diverse sale dello stesso studio: lui Canzoni, lei il suo lavoro d’esordio senza Wess. Da quel momento è scoppiato un amore che non sarebbe mai venuto meno".
Enrico Riccardi nel 1981 incide anche un album da cantautore, “Parapapa”, prodotto da Roberto Danè, che contiene Ma che bontà, cantato anche da Mina in uno dei suoi dischi più fortunati. Nella sua lunga carriera compone per il cinema, il teatro e la televisione colonne sonore di grande successo, anche con la complicità e la collaborazione di un amico speciale, Marco Piras, a sua volta musicista, compositore e componente storico dei Bertas.
Quinto Zizi e la Pro loco di Aglientu pochi anni fa gli avevano organizzato una vera e propria serata d’onore alla quale sono intervenuti Iva Zanicchi e Luigi Albertelli, suo compagno d’arte di tanti successi, oltre ai grandi nomi dello spettacolo isolano che hanno interpretato brani tratti dal suo vasto repertorio. Conservo una lettera bellissima che mi scrisse il giorno dopo: "Carissimo Giuliano, sono molto contento di avere avuto il tuo magistrale apporto alla serata evento a me dedicata. Con orgoglio mi sono sentito fare i complimenti per il "conduttore" da persone residenti nel Parco di Portobello, che di spettacoli se ne intendono, per la tua sicurezza nel linguaggio esposto in maniera concisa e ben calibrata e per aver tenuto le briglie del palco con sicurezza. Bravo! Grazie ancora di cuore e a buon rendere! Con affetto. Enrico Riccardi".
Quel “buon rendere” è arrivato di li a poco, attraverso una bellissima canzone di cui mi ha fatto omaggio, tenuta per tanto tempo nel cassetto e che a suo dire ha “aderenze” con il mio modo di sentire la vita. Oggi più che mai quel gesto acquista un gran valore e lo onorerò con tutto me stesso.
L’ultima volta che ci siamo visti, ad Aglientu, gli ho fatto dono di un suo vinile che ero riuscito a trovare dopo anni di ricerca e che lui non aveva più. L’incontro è avvenuto in un contesto di festa, per il suo compleanno, preparata a sorpresa da Quinto e i suoi amici più cari. Indimenticabile!
Quel male che negli ultimi mesi ha preso d’assalto la sua salute non ha ucciso la serenità che lo ha accompagnato fino all’ultimo istante: potere della musica, del mare di Gallura e dell’amore dei suoi familiari.