Gianni Medda non c'è più. Il suo spirito da combattente non è riuscito a sconfiggere la sua ultima battaglia. Il cuore ha ceduto. Amava la vita, che gli aveva regalato grandi soddisfazioni su tutti i fronti e amava la gente, che sentiva sua. I successi televisivi che portano la sua firma, da “Sardegna Canta” a “Buonasera Sardegna”, hanno scritto le pagine più popolari dell'emittenza televisiva regionale.

Era nato a Nurallao il 10 maggio del 1935, terzogenito di sette figli. Nel 1959 aveva sposato Elena, un amore che non ha mai conosciuto battute d'arresto e dal quale sono nati due maschi e due femmine. Gianni era un sincero estimatore di tutte le espressioni tradizionali dell'isola, dal canto al ballo, ai suoni che aveva contribuito a divulgare con una passione autentica, nata con lui e che non ha mai tradito. 

È stato tra i primi a muovere i fili della televisione privata in Sardegna, con un programma trasmesso dal quartiere Castello di Cagliari che aveva per titolo “Il Calderone”. Le Gare dei poeti che ascoltava da bambino, nei paesi del Sarcidano, gli sono rimaste dentro e quando esplode il fenomeno di “Sardegna Canta”, su Videolina, l'isola è protagonista del piccolo schermo che porta nelle case di tutti gli umori delle piazze, i colori delle feste paesane, le voci del popolo. «All'inizio non ci credeva nessuno - raccontava Gianni, che della trasmissione era il produttore - andavamo in onda dopo le undici di sera, quando finivano le telepromozioni dei tappeti. La spinta della gente è stata talmente forte che piano piano la programmazione è stata anticipata».

La notizia della sua morte è arrivata, con dolore, ovunque. Roberta Medda scrive a caldo su Facebook: «La Sardegna ha perso un grande figlio. Io ho perso il mio grande padre». Lilly, la più piccola della famiglia, invece lo saluta così: «Fai buon viaggio, amore mio». 

La voce rotta dall'emozione di Annamaria Puggioni riassume il pensiero di tanti. «Era un uomo buono, una persona pulita. Per me e per Giovanni è stato come un fratello. La Sardegna gli deve molto. Sono distrutta».

Nel corso della sua lunga carriera ha tenuto a battesimo numerosi artisti nell'ambito della musica e dello spettacolo. «Non dimenticherò mai quando ci siamo conosciuti. - ricorda Ambra Pintore -. A Gianni son piaciuta subito, ma alla fine della chiacchierata, restava un nodo insoluto, perché anche Elena doveva essere d'accordo che io conducessi la loro trasmissione. Dopo pochi minuti, eccomi a casa loro, a mio agio in una vera famiglia d'altri tempi».

Anche Francesco Demuro, impegnato a Bari con la Traviata al Teatro Petruzzelli, sarà per sempre grato a Gianni Medda. «La sua scomparsa mi addolora moltissimo. Gianni è stato per noi cantadores il primo dei sostenitori, ha creduto in me anche quando ho intrapreso il mio nuovo percorso artistico, mi ha incoraggiato, mi ha portato fortuna. Il mio affetto per lui non morirà mai».

Giuliano Marongiu, figlio artistico di Gianni Medda, affida alla riconoscenza il suo pensiero affettuoso. «Ci sono uomini che nascono con il cuore grande e in quello di Gianni c'era spazio per tutti. Ha amato la sua terra e la sua gente. Resta la sua semplicità, quel sorriso timido che sapeva di buono. Viveva per Elena, sua compagna da sempre, che oggi piange con i suoi occhi».