Ennesima aggressione nei confronti del personale in servizio presso la Casa reclusione Badu’ e Carros di Nuoro. Come riportato in un comunicato del sindacato FP CGIL, a farne le spese è stato il facente funzioni di Comandante di Reparto, aggredito da un detenuto. Il fatto è accaduto nel tardo pomeriggio di ieri.

Si tratta dell’ennesima aggressione tanto violenta da indurre l’appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria a ricorrere alle cure dei medici. Il detenuto della terza sezione avrebbe colpito ripetutamente con uno sgabello il poliziotto. La vittima è stata accompagnata in ospedale per effettuare una TAC. La violenza è stata tale che si è reso necessario l’intervento del pronto soccorso per ulteriori accertamenti, al momento la prognosi e di 20 giorni. All’origine dell’aggressione non vi sarebbero motivi apparenti. Il protagonista è stato bloccato, con non poche difficoltà, segno che l’episodio avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi. 

“Esprimiamo la nostra vicinanza al collega aggredito – così il sindacato –, lanciando un messaggio al nostro governo affinché sia più sensibile nei confronti delle problematiche della Polizia Penitenziaria e non solo alle problematiche che riguardano prettamente la gestione del detenuto. Questa O.S. esprime forte preoccupazione per una situazione che, nonostante le reiterate segnalazioni, gli episodi di intolleranza ripetuti, le richieste di intervento più volte sollecitate, la mobilitazione ormai permanente del personale di Polizia Penitenziaria, appare in continuo peggioramento”. 

“Nella sezione detentiva regolamentata dalla vigilanza dinamica, che permette ai detenuti di girare liberi buona parte del giorno e che per questo presenta livelli minimi di sicurezza, si respira alta tensione, con atteggiamenti palesemente provocatori da parte di buona parte dei detenuti verso i poliziotti. Nell’ultima riunione sindacale la FP CGIL aveva esortato il direttore dell’istituto nuorese ad intervenire in quanto la menzionata sezione era divenuta una polveriera ciò che è accaduto è il risultato di mesi di atteggiamenti provocatori e di sfida dei detenuti nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria, un ring nel vero senso della parola”. 

E ancora: “Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Non ci si ostini a vedere le carceri con occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, sono decuplicati gli eventi critici in carcere”. 

“E’ da anni che le scrivente O. S. denuncia lo stato di abbandono da parte della politica nonché delle istituzioni affinché affrontino in maniera seria e concreta le problematiche delle carceri ma anche la sofferenza degli operatori penitenziari costretti a garantire il proprio mandato istituzionale con scarsissime risorse umane ed economiche, con tagli ai capitolati di spesa ma soprattutto a garantire, anche con sacrificio, l’ordine la sicurezza e la disciplina nonché il trattamento all’interno degli istituti di pena. Oltre le difficoltà lavorative che tutti i lavoratori devono affrontare e, solo grazie all'alta professionalità e alla dedizione al servizio dimostrata dalla polizia penitenziaria, si aggiunge oggi la rabbia dei lavoratori che giornalmente mettono a disposizione dell'Amministrazione la propria vita consapevoli dei rischi a cui si è soggetti nell'assoluta indifferenza”. 

“Non è accettabile – si legge nella nota stampa – che atti del genere non destino alcuna preoccupazione alle Istituzione che devono garantire si una giusta detenzione, ma non permettere che all’interno degli gli agenti diventino vittime”. 

“La FP CGIL Polizia penitenziaria non può che lodare, la professionalità e la competenza che contraddistingue gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che si trovano ogni giorno in prima linea per consentire che anche i ristretti possano essere messi in condizioni di vivere una carcerazione che favorisca il reinserimento nella società pur in presenza ormai di oggettive difficoltà operative”. 

“Chiediamo all'Amministrazione Penitenziaria nella persona del Capo Dipartimento Dott. Francesco Basentini e del Ministro Alfonso Bonafede di farsi carico di una problematica sempre più seria, che sta gravando sull’istituto. Quasi quotidianamente registriamo aggressioni ai servitori dello Stato da parte di persone detenute. Vuoi per intolleranza alle regole vuoi per gravi problemi psichiatrici, disordini, violenze e atti di autolesionismo si scaricano sul personale di polizia penitenziaria, già in difficoltà per le carenze d’organico e di mezzi di autodifesa. Così la sicurezza di tutto il sistema carcerario viene pregiudicata”.