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Una bombola di gas, collegata con una miccia detonante di quelle usate per le cave.
È l'ordigno artigianale usato per far saltare in aria, nella notte tra mercoledì e giovedì, l'agriturismo "Le Querce", in località Santa Reparata a Buddusò, in Gallura, ora chiuso ma destinato a trasformarsi in centro di accoglienza per migranti.
I carabinieri stanno lavorando nel tentativo di fare piena luce sull'episodio, cercando di individuare i possibili responsabili e le ragioni.
I militari di Buddusò e della Compagnia di Ozieri hanno prelevato i filmati delle telecamere del paese - nella zona dell'agriturismo non ci sarebbero impianti di videosorveglianza - alla ricerca di elementi utili a individuare gli autori dell'intimidazione.
Gli investigatori non scartano alcuna ipotesi, anche se la pista privilegiata rimane quella di un attentato mirato a bloccare la trasformazione dell'agriturismo in luogo per ospitare i profughi. Una decisione presa dalla Prefettura di Sassari, che era stata da subito osteggiata dai cittadini, molte le frasi e i commenti pesanti pubblicati sui social network. Ma non solo.
La sera dell'attentato si era tenuta una seduta straordinaria del Consiglio comunale convocata proprio per discutere del possibile arrivo dei migranti. Il confronto era stato acceso. Poche ore dopo qualcuno si è introdotto nell'agriturismo, chiuso da tempo, e ha piazzato la bombola di Gpl e la miccia, danneggiando gravemente tutta la struttura.
Anche all'interno del locale caldaie dell'ex scuola di polizia penitenziaria a Monastir, nel cagliaritano, destinata anche questa a ospitare profughi, era stata piazzata una bombola di Gpl, dopo che era stato appiccato l'incendio, ma non esplose.
Un attentato a cui è poi seguita pochi giorni fa la lettera di minacce con all'interno due proiettili calibro 38, inviata al prefetto di Cagliari Giuliana Perrotta.