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Al teatro Sant’Eulalia di Cagliari ieri è andato in scena il convegno “ I Rom si raccontano” organizzato dall’Associazione culturale Pasolini.
Dopo la proiezione del film- documentario “ Il valore della diversità-domande al popolo zingaro” di Marco Espa, sono intervenuti i consiglieri comunali Matteo Massa e Anna Puddu, promotori dell’iniziativa, Don Marco Lai responsabile della Caritas di Cagliari, lo scrittore Alberto Melis, Boban Halilovic, Saltana halilovic e Marco Sulejmanovic della comunità rom sarda.
La necessità di questo incontro è nata in seguito alle dichiarazioni sui romanì da parte del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che su Tele Lombardia ha parlato di “una ricognizione sui Rom in Italia per vedere chi, come, quanti sono”. Ossia un censimento sui rom. Dichiarazioni forti e sconcertanti che se da una parte hanno scosso l’opinione pubblica, dall’altra hanno preso "di pancia” quella fetta di italiani esasperati dai problemi quotidiani, spostando così l’attenzione dalle reali criticità che pendono sul paese. Il piccolo teatro nel cuore del quartiere Marina era colmo di persone, rom e gagè insieme, con bambini che scorrazzavano da una parte all’altra, ignari di quanto si stesse raccontando.
Un incontro quasi intimo con coloro che hanno voluto raccontare e ascoltare la storia di questo popolo errante che, ancora oggi, è il più discriminato al mondo. Durante l’excursus storico, Alberto Melis, ha ricordato il Porrajmos, ossia l’olocausto dimenticato e ha raccontato con quale ferocia fossero stati uccisi gli zingari durante il nazismo. Dalle testimonianze è emerso quanto ancora per loro sia difficile integrarsi nella società gagè e quanta ostilità ci sia nei loro confronti. Quanto per loro sia difficile trovare un lavoro, prendere un pullman, bere un caffè al bar. “Cagliari, ha affermato Marco Espa, “vuole e deve restare una luce accesa in questo buio nazionale”. “Bisogna lavorare per distruggere i pregiudizi e gli stereotipi” ha invece ricordato con fermezza Anna Puddu, “non è facile, ma neanche impossibile”.
La chiusura nel 2012 del campo sosta della 554 è stato per certi versi un evento catastrofico, in quanto la comunità zingara si è trovata a dover fronteggiare una situazione difficile e ha dovuto trovare le risorse per adeguarsi alla nuova situazione, mentre veniva attaccata insieme all’amministrazione comunale su tutti i fronti. Entrare in contatto con “il diverso” fa paura, perché si teme di essere contaminati, derubati, stuprati di non si sa esattamente cosa. Eppure entrare in relazione con questo popolo, potrebbe aiutare non solo a sfatare gli stereotipi che intorno a loro circolano, ma anche a trovare quelle peculiarità che le due culture hanno in comune. È solo attraverso la conoscenza che si arriva a intendere la diversità come elemento prezioso e unico per il nostro arricchimento e per il nostro sviluppo.
Per Matteo Massa, presidente dell’associazione questo non deve essere un incontro isolato, ma il primo di numerosi incontri affinché rom e gagè possano camminare insieme verso la stessa direzione e un’integrazione comune.