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Il Capitano della Compagnia Carabinieri Carbonia, Lucia Dilio, ha spiegato come l’imponente operazione di oggi abbia stroncato un giro d’affari milionario.
La tratta Hannaba – Sulcis favoriva l’ingresso illegale di stranieri che, partiti dall’Algeria e giunti sulle coste del Sulcis, venivano successivamente impiegati nell’illecita attività dello spaccio al “dettaglio” di droga nelle piazze di Cagliari, in particolare nel quartiere “Marina”. Nello specifico, era il Messadi Yacine, nato in Algeria il 19.12.1973, residente a Cagliari, che organizzava i viaggi di migranti dall’Algeria all’Italia: acquistava il motore e la barca, pagava e dava istruzioni allo “scafista”, teneva i contatti con le famiglie dei profughi.
MESSADI Yacine, nato in Algeria il 19.12.1973, residente a Cagliari;
Hammouda Nidham, nato in Tunisia il 15.03.1986 residente a Selargius;
TONY Sofia nata in Nigeria il 21.02.1986, residente a Sassari;
EDOMWONYI Bridget Tina nata in Nigeria il 26.06.1982 domiciliata ad Alessandria;
I provvedimenti scaturiscono dagli esiti investigativi dell’operazione convenzionalmente denominata "ARRUGA", condotta dal dicembre 2014 al mese di dicembre 2018 dal NORM della Compagnia CC di Carbonia, che, attraverso due principali filoni d’indagine ha svelato l’esistenza di altrettante distinte tratte di extracomunitari clandestini che, giunti in Sardegna, venivano gestiti e sfruttati da due organizzazioni criminali.
L’operazione ARRUGA ha dato riscontro a ciò a maggio 2015, quando i carabinieri della motovedetta classe 700, nelle acque antistanti Sant’Antioco, intercettato un barchino in legno con a bordo 5 nordafricani, hanno tratto in arresto lo scafista algerino che li stava trasportando. Infine, il MESSADI forniva loro i suggerimenti opportuni per evitare il rischio di un immediato rimpatrio: raccomandava loro di dire che erano minorenni, di cancellare il suo numero di cellulare e che, da Carbonia collocati al CAS di Cagliari, terminate le formalità di identificazione sarebbero dovuti di fuggire. MESSADI, infatti, ai clandestini offriva rifugio a casa sua per poi utilizzarli nel traffico della droga da lui gestito. Da maggio2016 atutto il 2017, il MESSADI ha favorito l’immigrazione illegale, agevolando la permanenza sul territorio dello Stato di numerosi cittadini stranieri irregolari che impiegava nella sua attività di spaccio ovvero garantendo la loro partenza verso altre località in Italia e in Europa.
MESSADI però non gestiva da solo il mercato della droga nelle piazze di Cagliari, ma si avvaleva della collaborazione di HAMMOUDA Nidham, nato in Tunisia il 15.03.1986 residente a Selargius, che si riforniva di droga, principalmente hashish, da terzi spartendola con il suo socio per poi venderla al consumatore finale. Dalle investigazioni si è appurato che MESSADI e HAMMOUDA dal2015 atutto il 2017, avevano padroneggiato nello spaccio di droga (principalmente hashish) nel quartiere Marina di Cagliari, servendosi di minorenni (tra cui i due figli del MESSADI) e vendendo lo stupefacente anche a minorenni. Il MESSADI riceveva gli ordinativi della droga per telefono e utilizzava i figli per effettuare le consegne, anche ad altri minori: in una circostanza i carabinieri di Cagliari hanno fermato due minori e li hanno trovati con 50 gr di hashish acquistato poco prima dal figlio del MESSADI. Tuttavia quest’ultimo non voleva assolutamente che i propri figli facessero uso di droghe, alcool e fumo. Dalle indagini, infatti, il MESSADI è apparso come un musulmano connotato da una rigida osservanza delle pratiche religiose e dei dettami islamici, fortemente rispettato e temuto dalla propria comunità.
Il MESSADI infine è accusato di concorso in detenzione di banconote contraffatte: egli, dopo aver contattato un soggetto straniero dimorante in Campania, era riuscito a far arrivare al porto di Cagliari 5.000,00 euro di banconote false che aveva acquistato al prezzo di 1.000,00 euro, che avrebbe smerciato nelle operazioni di vendita della droga.
L’altra tratta emersa è quella Nigeria – Libia – Sassari, che, invece, consentiva di far giungere in Italia giovani donne nigeriane per essere immesse nel circuito della prostituzione anche a Sassari.
Nell’ambito delle attività tecniche sviluppate nell’operazione ARRUGA, è stata individuata la presenza di una pericolosa compagine criminale di etnia nigeriana, avente carattere transnazionale e operante nella città di Sassari, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e allo sfruttamento della prostituzione, che, nel periodo oggetto d’indagine, ha promosso e finanziato il trasferimento in Italia di numerosi migranti. I soggetti facenti parte di questa organizzazione, tratti in arresto questa mattina, sono TONY Sofia nata in Nigeria il 21.02.1986, residente a Sassari, EDOMWONYI Bridget Tina nata in Nigeria il 26.06.1982 domiciliata ad Alessandria, (entrambe con il ruolo di Maman) e OBASOHAN Williams nato in Nigeria il 31.01.1988 residente a Castelsardo (uomo di fiducia e principale collaboratore di un quarto soggetto destinatario di OCC, non eseguita poiché all’estero). Questi si erano suddivisi tra loro i compiti: la Tony si occupava di individuare le donne interessate a immigrare clandestinamente in Italia e di finanziare il viaggio; l’Obasohan di finanziare la permanenza in Libia dei migranti in attesa della loro partenza mentre la Edomwonyi coordinava l’illecita attività di favoreggiamento e sfruttamento in Italia.
Per favorire l’immigrazione clandestina si avvalevano di soggetti dimoranti in Libia e Nigeria, inseriti nel traffico di esseri umani, tale Mama Vera (nigeriana non identificata) la quale aveva il compito di individuare in patria le giovani da avviare alla prostituzione e di anticipare il corrispettivo per il viaggio delle ragazze (il corrispondente di 7.000 € per migrante versate sul conto del traghettatore) che venivano affidate in Libia ad altro soggetto non identificato (tale Frede). Gli associati si occupavano anche di sovvenzionare la permanenza delle migranti custodite in ghetti nel campo libico: qui aspettavano anche molte settimane prima di essere imbarcate, costrette a subire la sofferenza della fame, del freddo, le pessime condizioni igieniche nonché le avance e le minacce dei loro carcerieri. Arrivate in Italia e sistemate in un centro di accoglienza in Campania, ricevevano dalle Maman nuove schede telefoniche, soldi, documenti d’identità falsi nonché indicazioni su come allontanarsi dal centro d’accoglienza e prendere il traghetto Civitavecchia – Olbia. A questo punto le Maman davano alle loro protette le istruzioni sulle attività che avrebbero dovuto svolgere per “riscattare” la propria libertà: procuravano loro una casa dove esercitare il meretricio e gli abiti “da lavoro”, davano consigli su come comportarsi con i clienti, aiutavano le ragazze, che non parlavano l’italiano, a trattare con i clienti.
L’operazione ARRUGA, inoltre, ha permesso finora di assicurare alla giustizia 8 soggetti, di cui 4 italiani (1 minorenne) e 4 stranieri, arrestati in flagranza di reato per traffico di sostanze stupefacenti nel Lazio ed in Sardegna; trarre in arresto, in flagranza di reato, uno “scafista” algerino, mentre trasportava extracomunitari clandestini da Hannaba alle coste del Sulcis; eseguire n. 1 fermo di indiziato di delitto e 2 ordinanze di custodia cautelare a carico di 3 nigeriani, responsabili di traffico di sostanze stupefacenti, sequestrando complessivamente:
kg 2,582 di eroina;
gr. 500 di hashish[1];
gr. 54 di marijuana;
5.020 euro di banconote contraffatte;
Contestualmente all’esecuzione delle misure, nella mattinata odierna sono state effettuate perquisizioni personali e locali d’iniziativa, sussistendo il fondato motivo di ritenere che nel corso dell’attività di P.G. si potessero rinvenire stupefacenti ed armi illecitamente dagli indagati, che hanno consentito di rinvenire e sequestrare una ventina di gr di hashish nella disponibilità di Mesadi Yacine, una trentina di grammi di hashish nella disponibilità di Hammouda Nidham