Colpa del Covid?

Nessuno lo crede. La situazione della sanità italiana prima dell’emergenza coronavirus era esattamente la stessa: lunghe lista d’attesa e personale carente. Questa la fotografia, terribile, esemplificativa: chi ha urgenza e non può aspettare prenota la visita a pagamento, mentre chi non può permetterselo si arrenderà al suo destino. Un appuntamento diradato nel tempo, non adeguato all’urgenza, vuole dire che il paziente potrebbe anche morire prima se non avesse i soldi per una visita privata.

Nei giorni scorsi abbiamo riportato la testimonianza di una signora di Cagliari, mentre oggi ci spostiamo al nord e raccogliamo la testimonianza di una 60enne di Alghero.

“Udite udite - ci scrive con sarcasmo - ho chiamato il Cup per prenotare una visita precisamente colonscopia con priorità D (da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti). Sapete dove e quando c'è posto? A Cagliari il 21 di Giugno 2021”.

Sì, abbiamo letto tutti bene. Infatti, per rincarare per bene la situazione la signora sottolinea: “In teoria potrei a quella data essere già in decomposizione! Questa è la sanità italiana”.

Già, è proprio questa. Ma come in precedenza scritto, il fatto che sia una condizione stantia non ci deve far cadere nell'errore di credere che debba andare per sempre così.