“Non può esserci programmazione per il futuro se non si salvaguardano i livelli di assistenza del presente. Anche perché l’entità dei finanziamenti destinati ad un presidio ospedaliero dipende dai volumi di attività svolti: meno ricoveri e meno interventi  equivale ad avere meno personale e meno risorse e questa è l’anticamera della morte per un nosocomio, non certo di una riqualificazione”.

Lo ribadisce, in una nota, il Comitato Sanità “Acabàura” che aggiunge: “Questo per sottolineare che, se si vuole rilanciare l’Ospedale Marino di Alghero, trasformandolo in un polo di riferimento per il Nord Sardegna  e per l’intera isola,  per l’attività di Day Surgery  ma anche per  l’attività riabilitativa ortopedica, neurologica, cardiologica, intensiva ed estensiva, associata magari alla talassoterapia,  con un’ala dedicata alla post-acuzie (lungodegenza), di cui c’è gran bisogno,  è necessario  che la politica faccia scelte precise, indicando nero su bianco i tempi e modi con i quali si intende  operare tale trasformazione”.

A loro modo di vedere “A leggere l’allegato A alla deliberazione del Commissario Straordinario dell’ATS n°200 del 15/11/2019: Adozione atti di programmazione sanitaria 2020-2022  in merito alla riorganizzazione della rete ospedaliera, in applicazione delle disposizioni e indirizzi della Regione, per il Marino ritroviamo solo prescrizioni fumose, che prevedono il potenziamento dell’attività di Day Surgery, il potenziamento delle funzioni riabilitative, il trasferimento della lungodegenza di Ittiri, da realizzarsi nel corso del 2020 e consolidarsi nel corso del 2021, senza alcuna indicazione di dettaglio e senza alcuna certezza nei tempi”.

“Per il Civile – aggiungono si prevede l’attivazione della Terapia Semintensiva, il proseguimento delle attività di ristrutturazione del blocco operatorio, il completamento delle attività di ristrutturazione dei reparti chirurgici, da realizzarsi nel corso di quest’anno, ma ad oggi non si conosce né la tempistica né quali saranno le risorse a disposizione”.

“Una pianificazione – ribadisce il Comitato – così aleatoria certamente non tranquillizza la comunità algherese in quanto non mette al riparo l’Ospedale Marino da possibili cambi di destinazione d’uso, anche di recente prospettati da qualche politico nostrano, ma soprattutto non da risposte circa la ripresa  dell’attività chirurgica per tutti quei pazienti di competenza traumatologica ed ortopedica che oggi  non possono  essere operati nella loro città, trasferiti, con molti disagi e non senza possibili complicanze, presso l’ospedale di Ozieri”.

Il Comitato Sanità “Acabàura “È assolutamente convinto che  l’efficientamento  dei due presidi algheresi debba passare  attraverso l’accentramento di tutte le specialità presso l’Ospedale Civile ma, in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione presso quest’ultimo, ritiene  vi debba essere  l’immediato, temporaneo ripristino dell’attività chirurgica ortopedica e traumatologica presso l’Ospedale Marino”.

“Chiediamo – così il Comitato – a tal proposito che il Sindaco si assuma la responsabilità di affrontare questa delicata questione in modo deciso ed operativo, aprendo un tavolo permanente di lavoro con l’ATS affinché il Commissario Straordinario fornisca risposte certe sulle attività sanitarie attualmente sospese e chiarisca  la programmazione, solo tracciata, contenuta  nella Delibera del 15 novembre 2019, definendola meglio nei passaggi pratici: tempi, risorse, modalità.  E’ inaccettabile  che il rilievo di  criticità riguardanti il personale e la sicurezza abbia avuto  come conseguenza l’interruzione del servizio sine die, invece di indurre l’azienda sanitaria  ad apportare tutti i correttivi necessari, in attesa del trasferimento dell’attività chirurgica dal Marino al Civile”. 

“Perché – queste ancora le loro parole – venga fatta chiarezza su quale sia la pianificazione a breve scadenza, il nostro Primo Cittadino dovrebbe chiedere che venga resa pubblica la relazione che ha condotto alla sospensione delle attività del Marino, così da fornire un’ informazione  dettagliata sulle reali problematiche che hanno condotto ad una decisione così  impattante sulla comunità algherese. E dovrebbe anche chiedere che venga redatta una relazione altrettanto meticolosa  e particolareggiata sul presidio ospedaliero di Ozieri,  per rassicurare la comunità  che in quella sede vengano davvero garantiti quei requisiti minimi previsti per legge, requisiti che valgono per tutti i presidi e non solo per quello algherese”.

“Non si tratta dunque – concludono di rivendicazioni mosse dalla nostalgia per un passato che non c’è più ma di una battaglia a difesa dei nostri due presidi ospedalieri, che significa difesa del diritto alle cure perché, nell’attesa della riconversione del Marino, con trasformazione in polo di eccellenza, e nell’attesa del completamento dei lavori di  ristrutturazione che consentano al Civile di diventare ospedale di I livello a tutti gli effetti,  la città non venga privata di un servizio di fondamentale importanza, quello ortopedico e traumatologico, a seguito di motivazioni che appaiono poco convincenti”.