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Si è aperto a Nuoro, ma è stato subito rinviato al 5 luglio per problemi di notifiche ad alcuni imputati, il maxi processo per la morte dell'agente di Polizia Luca Tanzi e della pensionata Maria Frigiolini, entrambi uccisi dal passaggio devastante in Sardegna del ciclone Cleopatra nel novembre 2013.
Tanzi venne inghiottito con l'auto nel crollo del ponte di Oloè, sulla provinciale Oliena-Dorgali, l'anziana invece rimase intrappolata in casa dall'esondazione della diga di Maccheronis.
Sessantotto gli imputati alla sbarra fra amministratori locali, tecnici e dirigenti della Provincia di Nuoro, dell'Ente Foreste e del Corpo Forestale: 30 dovranno rispondere della morte dell'agente e 38 di quella dell'anziana. Alcuni degli imputati sono comuni ai due tronconi di inchiesta. Si tratta di Roberto Deriu, ex presidente della Provincia, Carlo Masnata, ex direttore generale del Corpo Forestale, Gavino Diana, all'epoca comandante provinciale del Corpo Forestale, Sugli ex assessori provinciali Franco Corosu e Paolo Porcu, il responsabile della Protezione civile Paolo Marras. Sotto processo anche i dirigenti provinciali Antonio Gaddeo, Mario Viola, Giovanni Deiana, Giovanni Pirisi, Maria Lucia Fraghì e Sebastiano Bussalai.
In aula questa mattina erano presenti solo alcuni tecnici ma nessun amministratore pubblico nè dirigenti di enti. Assenti anche i familiari delle vittime. Davanti al collegio dei giudici, presieduto da Giorgio Cannas (a latere Tommaso Bellei e Maria Usai), alcuni dei difensori hanno sollevato il problema logistico del processo: troppo piccola l'aula del tribunale per contenere tutti. "In questa condizione non è possibile che gli avvocati svolgano la loro funzione, perché non ci sono posti a sedere - hanno sottolineato Pietro Pittalis e Francesco Lai - Va trovata subito una soluzione logistica adeguata che ci consenta di svolgere il nostro compito nel migliore dei modi". Su questo il tribunale si è riservato di decidere.