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La badante romena, di 28 anni, che assisteva la pensionata di 83, Anna Ragnedda, annegata a Olbia durante l'alluvione del novembre scorso, è indagata per omicidio colposo e abbandono di inferma.
E' stata sentita dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi. Assieme al suo legale Rosa Cocco - come ha reso noto il quotidiano La Nuova Sardegna - ha spiegato quanto è accaduto quel giorno nella casa dell'anziana, deceduta nel suo letto e la cui figlia, nelle scorse settimane, ha annunciato lo sciopero della fame per chiedere giustizia e verità sulla tragica morte della madre. La casa dove è annegata si trova al civico 108 di via Lazio. L'hanno trovata nella sua camera.
La badante si è difesa, davanti al magistrato inquirente, spiegando di avere chiesto aiuto tante volte ma di essere poi scappata quando aveva l'acqua ormai alla gola. Sinora era stata formalizzata l'iscrizione nel registro degli indagati di sei persone, tutte con incarichi tecnici, per i quali si ipotizzano i reati di disastro, omicidio colposo e lesioni colpose, in merito alla voragine apertasi sulla strada provinciale che collega Olbia a Tempio, all'altezza di Monte Pinu, dove morirono in tre: Bruno Fiore, 68 anni, la moglie Sebastiana Brundu, di 61, e la consuocera Maria Loriga, di 54. Proseguono quindi le altre due indagini aperte a Tempio.
Una riguarda proprio il dissesto idrogeologico della città di Olbia dove l'alluvione provocò la morte di Patrizia Corona, di 42, e della figlioletta di 2, di Morgana Giaconi, trascinate via dalla furia dell'acqua mentre si trovavano sua una Smart; della pensionata Anna Ragnedda; di Maria Massa, di 88, anche lei sorpresa dall'acqua nella sua abitazione; e di Francesco Mazzoccu, di 37, e del figlio Enrico di 3, travolti dalla piena.
La terza indagine è quella di Arzachena dove morirono i quattro componenti di una famiglia italo-brasiliana, annegati all'interno di un seminterrato trasformato in abitazione.