Nelle scorse settimane sono stati illustrati dall’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano i risultati della Sardegna sulla raccolta differenziata dei rifiuti: l’Isola è sesta nella classifica nazionale della raccolta differenziata, con il 63% di raccolta differenziata rispetto ai rifiuti prodotti, dopo il Veneto (al 72,9%), il Trentino Alto Adige, la Lombardia, il Friuli e l’Emilia Romagna. L’abbiamo detto, tutto questo è molto bello – sottolinea Stefano Dleiperi - ma non tiene minimamente conto di una realtà diffusissima in tutta la regione, l’abbandono dei rifiuti. 

Per esempio, nelle campagne di Selargius, la località Sa Muxiurida rappresenta un vero e proprio lucroso Far West dei rifiuti noto a tutti: da anni l’associazione ambientalista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, raccogliendo le segnalazioni di cittadini preoccupati ed esasperati per la situazione di degrado ambientale e di pericolo per la salute umana che si è venuta a creare nella zona a causa dell’abbandono incontrollato di rifiuti di ogni genere, chiede la bonifica ambientale dell’area in questione. L’ultima volta lo scorso 3 novembre 2018. Infatti, nonostante una parziale bonifica effettuata dal Comune di Selargius e gli interventi del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e il sequestro preventivo di una parte dell’area, la situazione rimane immutata, se non peggiorata, come sembrerebbero dimostrare le immagini inviate dai cittadini. 

I numeri

Il Corpo forestale e di vigilanza ambientale ha fornito (nota prot. n. 77011 del 3 dicembre 2018) gli imponenti numeri dell’attività svolta: attività in campo penale: 23 sequestri preventivi per discarica abusiva (2010-2018), 4 sequestri di automezzi pesanti per traffico illecito di rifiuti, 22 persone indagate; attività in campo amministrativo: 14 violazioni amministrative (2015-2018), 22 segnalazioni al sindaco di Selargius per l’emanazione di provvedimenti di bonifica ambientale (art. 192 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). 

“Sono dati che fanno comprendere – aggiunge Deliperi -   come vi sia una vera e propria lucrosa attività organizzata di gestione dei rifiuti parallela a quella legale per ragioni legate al risparmio economico nello smaltimento di rifiuti speciali e non (detriti, pneumatici, mobili, vernici, rottami, ecc.), prima depositati, poi bruciati. Un’attività illecita, sanzionata in particolare ai sensi degli artt. 255 (divieto di abbandono di rifiuti) e 256 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata) del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., nonché 674 del codice penale, che va stroncata con adeguati mezzi e provvedimenti della magistratura se non vogliamo che le campagne di Selargius siano destinate a diventare una permanente discarica a cielo aperto, con tutte le ovvie conseguenze ambientali e sanitarie.