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Con appena la terza elementare e una grandissima esperienza sul campo, ha acquisito competenze e sapienze degne di un corso di laurea in agronomia e enologia. Il 14 febbraio spegnerà 80 candeline Antonietta Golosio, di Mamoiada.
Dall'età di otto anni lavora nella vigna di famiglia. E' cresciuta tra questi filari di Cannonau e ha imparato a curarli e amarli come fossero suoi figli. La terra, la campagna, il lavoro sui tralci sono la sua grande passione. Esclusa l'aratura, sa fare tutto: zappa, pota, medica la vite, elimina i germogli in eccesso. In cantina poi c'è da preparare le botti, travasare, torchiare l'uva.
Ha la padronanza dell'intera filiera, dalla coltivazione della vite fino al vino nel bicchiere. Un rosso di ottima fattura, per uso familiare, prodotto in una vigna in località S'Erconi, tra le più rinomate di Mamoiada per il Cannonau. Ma Antonietta sa fare anche acquavite e sapa, il vino cotto.
Non si contano le persone a cui ha trasmesso arte e rigore nel fare un buon vino.
"Ci sono due 'si' da parte di mio marito che mi hanno riempito di gioia, quello pronunciato sull'altare e il 'si' a poter proseguire col lavoro in vigna", ricorda commossa. Otto anni fa é rimasta vedova e a giugno anche suo figlio Andrea è scomparso prematuramente.
"Non so darmi pace, le mie tre splendide nipotine mi danno la forza per continuare", aggiunge. Ma c'è anche il vigneto: qui ogni volta Antonietta ritrova la sua energia e sollievo al dolore. Il suo Cannonau in purezza, 100 per cento biologico, lavorato senza bisolfiti é il suo vanto. Di ricordi ne ha tanti. C'è la vendemmia, giornate spensierate trascorse in allegria tra la fatica del lavoro, stornelli e spuntini con familiari e amici. Le torna il sorriso quando rievoca quel San Valentino e quell'insolito e apprezzatissimo regalo da parte del suo Giovanni per la festa degli innamorati.
"Di solito mi regalava qualche gioiello. Ma conoscendo la mia passione quella sera mi accompagna in un negozio di ferramenta e si fa fare sotto lo sguardo incredulo e divertito del commesso un pacco regalo - racconta- dentro c'era un piccone di lega leggera, modernissimo. Quello che usavo fino ad ora era pesante. Lo apprezzai moltissimo, ma quante risate ci siamo fatti, io, Giovanni e il commesso".
Da lei tante ragazze e ragazzi hanno imparato sul campoa governare la vigna, seguendo le sue indicazioni. Antonietta non é solo una collaudata viticoltrice.
"So ricamare, fare il pane, i dolci", riferisce. Le sue specialità? 'Su coccone hin mele', Popassinu nigheddu, Popassinu biancu. Antonietta lo rende unico impastando anche col vin cotto ottenuto dal mosto di Cannonau della sua pregiata vigna. Quei 5mila ceppi curati e fatti crescere con tanta dedizione e amore.