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Parlare di allevamento di maiali a Desulo significa aprire un dibattito articolato e complesso. Il paese di montagna che sorge nel cuore della Sardegna centrale è un vero e proprio paradiso in quanto a territorio e bellezza.
Le conoscenze dei suoi abitanti, storicamente allevatori di suini, e le peculiarità del terreno favorirebbero senza dubbio una produzione di prodotti di altissima qualità, ma la famigerata peste sui da oltre quarant’anni genera problemi di cui soprattutto oggi si pagano le conseguenze.
Ripartire da zero è per molti la parola d’ordine necessaria per poter avviare un nuovo ciclo capace di favorire l’allevamento dei maiali mirando a una produzione d’eccellenza. Dopo il terremoto mediatico, politico, istituzionale, sociale e persino giudiziario scoppiato nel 2016, il nuovo anno si presenta con una serie di buoni propositi che aprono a una ventata di ottimismo.
Antonio Carboni, infatti, ha macellato il primo maiale dell’allevamento da lui creato, a conduzione familiare, che si trova in località “Melanu”. La notizia di per sé ai più potrebbe apparire non particolarmente di rilievo, ma se si pensa che il suo è uno dei soli tre allevamenti regolari in loco, la prospettiva cambia.
<<Ho regolarizzato l’allevamento il giorno prima che scadessero i termini di presentazione>> racconta Antonio. <<Non sapevo nulla, mi è stato suggerito di inoltrare la domanda e così senza tentennamenti ho provveduto. Ciò vuol dire che i maiali hanno una struttura a loro dedicata, una doppia rete che delimita tutto il terreno nel quale possono pascolare e sono costantemente monitorati. Non solo così si rispetta la legge, ma è questo l’unico modo per poter combattere la peste suina e garantire in ogni caso la qualità delle carni. Dopo la macellazione il maiale è stato controllato dal servizio veterinario per trichinella e per peste suina al fine di avere un servizio ulteriore che certifica la qualità dell’allevamento>>.
Il problema legato alla peste suina, così come spiegano gli stessi allevatori desulesi, non si può risolvere dall’oggi al domani, ma è fondamentale mettere in pratica alcuni accorgimenti che potrebbero dar vita anche a un nuovo sviluppo economico legato all’allevamento suinicolo. Oggi sono almeno 15 le aziende che hanno manifestato la volontà di regolarizzare nell’immediato le loro attività.
<<In questo contesto è fondamentale portare avanti un discorso culturale serio e determinato>> spiega Mario Ladu, veterinario dell’Asl.
<<Gli specialisti del settore devono entrare nelle scuole e spiegare ai ragazzi, che potrebbero essere futuri allevatori, la situazione. Il problema della peste suina è reale. Rispettare le regole significa sviluppare una mentalità imprenditoriale e solo in questo modo sarà possibile garantire un futuro ai nostri territori>>.