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Antonio Corriga è considerato uno dei maggiori artisti contemporanei della Sardegna. Nelle sue opere ha esaltato i colori vivi e accesi, delineando i contorni della luce con ingegno e sapienza.
Nato ad Atzara nel 1923, e morto a Oristano nel 2011, è stato il pittore, acquerellista, incisore, scultore e ceramista che ha saputo imprimere nei suoi lavori il carattere dei compaesani, la cultura, le tradizioni e lo splendido paesaggio che fa del centro del Mandrolisai uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna.
Paolo Pillonca, una delle firme più preziose della nostra Isola, ha condiviso con Corriga un'amicizia che non ha conosciuto battute d'arresto, definendolo «artista umile, che ha avuto riconoscimenti inferiori ai suoi meriti».
Domenica prossima, 10 maggio, in occasione della Sagra del Vino, alle 11.30, al Museo d'arte moderna e contemporanea Antonio Ortiz Echagüe, sarà inaugurata la mostra retrospettiva antologica dal titolo “Antonio Corriga. I colori di un'Isola”.
«Il dovere che gli atzaresi hanno compiuto nei confronti di Corriga - sottolinea Pillonca - rende particolare l'edizione di questa Sagra». L'esposizione, oggetto della retrospettiva, ripercorre il meglio della vasta produzione dell'artista atzarese, amata dal pubblico e qualche volta ostracizzata dalla critica.
Apprezzare l'arte del pittore di Atzara significa anche approfondire la conoscenza dell'uomo che nutriva l'artista. «Corriga era una persona colta di orizzonti vastissimi» prosegue Pillonca. «Laico, ma non dogmatico, era un libertario. Poeta delicato e perfino bravo suonatore di organetto».
I visitatori che si recheranno ad Atzara, addentrandosi nell'antico centro storico e respirando la bellezza dei suoi paesaggi, potranno immergersi in quelle atmosfere che hanno ispirato gran parte della produzione artistica di Corriga e dei grandi pittori che per tutta la prima metà del Novecento hanno frequentato questo piccolo centro nel cuore dell'Isola, come gli spagnoli Ortiz Echagüe e Chicharro, Ballero e Figari, il tedesco Scheürlen e grandi fotografi, primo fra tutti August Sander.