PHOTO
Antonio Marras mette a nudo il suo 'cuore' per un debutto che svela un amore mai sopito: il teatro. "Una passione di sempre assieme a quella per il cinema. In realtà mi sento prestato alla moda, la mia aspirazione è sempre stata la regia", confessa il celebre stilista algherese raccontando all'ANSA la sua avventura sul palcoscenico con la pièce "Mio cuore io sto soffrendo. Cosa posso fare per te?", dal titolo delle celebre canzone di Rita Pavone. Lo spettacolo, ideato e diretto da Marras, sarà presentato in anteprima dal 21 al 25 novembre al Teatro Massimo di Cagliari per la stagione Cedaca e il 27 dello stesso mese al Teatro Civico di Alghero per ExPop Teatro-XVI Festivalguer.
"Poi partirà la tournée. Tra le date Milano, Roma, Bari e New York", annuncia Valeria Orani che produce la pièce con 369gradi. "Racconta di un cuore che soffre, dilaniato, sbranato a morsi, straziato", rivela Marras che qui si cimenta con i linguaggi della scena, un intreccio di dialoghi attraverso una raffinata texture di storie individuali e temi universali. Una visionaria narrazione per quadri che tra frammenti e tranche de vie rivela sogni e ossessioni, intuizioni, paure, ricordi e incubi che si incontrano nel ciclo dell'esistenza, dall'infanzia alla maturità. "Lacerazioni, strappi, addii, distacchi - spiega il regista - il tempo che passa e incide i suoi segni sulla pelle. Il dolore, a partire da quello che più di tutti fa soffrire, quello legato ai sentimenti". In scena oltre trenta tra attori, danzatori e performer, per un viaggio nell'immaginario tra emblematici cuori "vestiti di niente", in cui affiorano elementi dell'inconscio e della cultura popolare.
Nel cast Ferdinando Bruni, tra i fondatori del Teatro dell'Elfo, Mauro F Cardinali, Federica Fracassi, Premio Ubu 2011 ex aequo con Mariangela Melato, Giovanni Franzoni, Francesco Marilungo, Simonetta Gianfelici, una carriera da top model, ora al suo esordio nella recitazione, Marco Vergani e le partecipazioni straordinarie della cantante Elena Ledda e del danzaterapeuta Vincenzo Puxeddu. "In 'Mio cuore' l'abito è solo un dettaglio funzionale al racconto - precisa Marras - E' uno spettacolo terapeutico dove più che vestire cercherò di 'svestire', far scaturire, eruttare il malessere che ci portiamo dentro". Per l'artista che ha portato la Sardegna nel mondo, un modo di mettere in scena la sua personale catarsi e la ricerca di verità.