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Rito abbreviato per Alberto Picci, il 47enne cagliaritano che all'alba del 27 aprile scorso, a Santa Maria Coghinas, ridusse in fin di vita i genitori, Giuseppe Picci e Maria Giovanna Drago, colpendoli con una fiocina e forbici da pesca. È quanto ha deciso oggi il gup del Tribunale di Sassari, Gian Paolo Piana, accogliendo la richiesta dell'avvocata della difesa, Tania Decortes.
L'accusa nei confronti di Picci, sostenuta dal sostituto procuratore, Angelo Beccu, è di tentato omicidio pluriaggravato. Il 47enne la scorsa primavera aveva colpito il padre alla gola con una fiocina sparata con un fucile da sub, che gli era rimasta conficcata nella testa, e poi aveva ferito la madre alla testa con delle forbici da pesca. Era stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Valledoria, in stato confusionale.
Nell'udienza di convalida dell'arresto, aveva dichiarato al giudice di non ricordare nulla: "Se ho fatto quello che dite, l'ho fatto involontariamente, non è dipeso da me", aveva detto. La perizia psichiatrica aveva stabilito la pericolosità sociale di Picci e una sua infermità mentale parziale. Gli anziani genitori, salvati dai medici, hanno fatto un lungo percorso di riabilitazione in una casa di cura specializzata. Il gup ha fissato al 13 aprile l'udienza per la discussione e le eventuali dichiarazioni spontanee dell'imputato.