PHOTO
Sardegna il mercato degli appalti pubblici ha toccato nel 2016 i livelli più bassi degli ultimi 15 anni. Le gare sono diminuite del 27%, gli importi del 53% rispetto al 2015. Nel resto d'Italia, dove la spesa è calata del 15% e il numero di appalti del 9%, solo Trentino Alto Adige e Puglia hanno risultati peggiori di quelli dell'isola.
Lo rileva il Centro studi della Cna regionale che, però, ha evidenziato qualche segnale di miglioramento da novembre, quando il numero degli appalti banditi è tornato a superare le 60 unità, mentre nei mesi precedenti la media era stata inferiore alle 60, decisamente più bassa rispetto a quella di 110 registrata nel 2015. La media mensile degli importi è scesa a meno di 23 milioni, contro gli oltre 80 milioni dell'anno scorso.
In tutto sono stati pubblicati 954 avvisi di gara, per un importo complessivo di 478 milioni di euro. Il rallentamento ha interessato soprattutto gli enti territoriali. I Comuni, in particolare, hanno appaltato 700 opere pubbliche, il 29% in meno rispetto all'anno scorso, per una spesa di soli 152 milioni, meno della metà rispetto al 2015. Al contrario, Abbanoa, il gestore idrico unico controllato da Regione e Comuni, e Arst, l'azienda regionale trasporti, hanno dato un forte impulso agli appalti: la prima con 14 gare di importo superiore a un milione, soprattutto per migliorare l'efficienza della rete idrica, la seconda per l'appalto da 20,3 milioni per realizzare il collegamento della metropolitana leggera di Cagliari fra piazza Repubblica e piazza Matteotti.
Quanto alle grandi committenze, risultano in crescita gli appalti banditi dalle Ferrovie, mentre l'Anas ha ridotto la spesa del 30%, pur avendo mantenuto stabile il numero di gare.
"E' ancora presto per definire un'inversione di tendenza decisiva", osservano Francesco Porcu, segretario regionale di Cna Sardegna, e Mauro Zanda, presidente di Cna Costruzioni, "ma sembra che il blocco dell’attività delle stazioni appaltanti condizionato dalle novità normative possa ritenersi superato. Anche la dinamica della spesa conferma una nuova fase espansiva, soprattutto a dicembre, quando vengono sfiorati i 90 milioni. Resta, comunque, un'estrema fragilità del mercato isolano, che può essere risollevato soltanto attraverso una netta accelerazione della spesa pubblica cui è necessario aggiungere nuovo slancio con un piano di investimenti in opere di piccola taglia, ad alta intensità di manodopera, elevata redditiva' e immediata cantierabili'.