Al termine di complesse indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cagliari, i finanzieri del Comando provinciale hanno notificato, nei giorni scorsi, l’avviso di conclusione indagini nei confronti di N.T., 67 anni di Vasto (CH), ingegnere e direttore dei lavori della Infratel S.p.a. – società a partecipazione pubblica appositamente costituita nel 2003 dal ministero dello sviluppo economico per l’attuazione del “piano nazionale banda larga” – I.T., 45 anni di Corciano (PG), project manager e procuratore della Imet S.p.a. – società appaltatrice – con sede legale a Perugia, M.R., 49 anni di Serramanna (CA) e A.C., 54 anni di Gubbio (PG), responsabili di cantiere di quest’ultima società, tutti indagati per il reato di concussione, truffa aggravata, falso ideologico e frode nelle pubbliche forniture.

Il provvedimento, che ha colpito anche la stessa Imet S.p.a. in virtù di quanto stabilito dal d.lgs. n. 231/2001 che, in ambito penale, consente di attribuire la responsabilità amministrativa alle persone giuridiche per i reati commessi dai propri dipendenti nel loro interesse e a loro vantaggio, rientra in una più ampia operazione che ha portato al sequestro, lo scorso mese di dicembre, su disposizione del G.I.P presso il tribunale di Cagliari, di 2 appartamenti, 1 villa, 3 box-auto, 1 magazzino e 1 appezzamento di terreno ubicati a Roma e Vasto nonché disponibilità finanziarie riconducibili a N.T. e alla citata Imet per un valore complessivo pari a circa 650.000 euro.

Le indagini hanno riguardato, nella fattispecie, l’appalto pubblico relativo al lotto 6 – Regione Sardegna – primo intervento denominato “programma di sviluppo della banda larga nel mezzogiorno”, attuato nella prospettiva di abbattere il divario digitale infrastrutturale in cui ricadono parte della popolazione, delle imprese e della pubblica amministrazione.

Gli approfondimenti investigativi di natura tecnica e i puntuali riscontri contabili hanno consentito alle fiamme gialle di accertare la falsa certificazione di una serie di lavori di posa in opera della fibra ottica, di fatto mai realizzati, che aveva consentito alla suddetta società di frodare l’ente appaltatore e ottenere, conseguentemente, indebiti pagamenti per circa 440 mila euro.

Secondo le fiamme gialle, il sistema fraudolento, ben collaudato, era stato architettato grazie alla complicità del funzionario pubblico N.T. il quale, per “chiudere un occhio” durante le ispezioni e i collaudi, aveva preteso e ottenuto illecite dazioni di denaro, regalie varie nonché lavori di ristrutturazione di una lussuosa villa a Vasto (CH), intestata alla moglie – sottoposta a sequestro  in quanto costituente il prodotto ed il profitto del reato di concussione – per un valore complessivo di circa 210.000 euro.

Tutti gli indagati e la società sono stati anche segnalati alla Procura regionale della Corte dei Conti della Sardegna per l’ingente danno erariale cagionato, scaturito dall’illecita percezione di somme di denaro riconducibili alla truffa aggravata ed alla concussione.